2008-11-19 15:15:02

Il cardinale Bagnasco sul caso Englaro: nessuna imposizione della Chiesa alla politica


Continua a far discutere in Italia la sentenza della Corte di Cassazione, che consente di fatto l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione ad Eluana Englaro, da 17 anni in stato vegetativo. 34 associazioni hanno presentato ieri un ricorso contro la decisione alla Corte europea per i diritti umani di Strasburgo. E sulla vicenda, dopo la recente intervista alla Radio Vaticana, è tornato stamani il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, durante la visita all’Università europea di Roma dei Legionari di Cristo per l’inaugurazione dell’anno accademico. Sul testamento biologico - ovvero l'espressione della volontà, da parte di una persona in grado di intendere e di volere, in merito alle terapie che intende o meno accettare nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità – “la Chiesa non ha posto nessuna condizione, limitandosi a riaffermare quella che è la dottrina cattolica riguardo al valore indisponibile della vita”. Il card. Bagnasco, rispondendo a quanti identificano l’alimentazione con l’accanimento terapeutico, ha puntualizzato che “cibo e acqua non hanno funzioni curative, ma sono elementi vitali”, necessari all’esistenza di ogni essere umano. Questa è una posizione – ha detto ancora – certa ed inequivocabile, non solo della dottrina cattolica, ma che deriva anche dal buon senso comune. Riferendosi ancora alla vicenda Englaro, il presidente dei vescovi italiani ha sottolineato il fatto che “la stessa comunità scientifica non ha una posizione univoca sulla questione. La vita – ha ribadito il card. Bagnasco – è e rimane un bene indisponibile, anche quando manchi la consapevolezza. E sulla vicenda, ha espresso un parere alla Radio Vaticana anche mons. Ignacio Barreiro, direttore a Roma dell’organizzazione Human Life International: “Questo caso stabilisce un precedente legale. Il risultato è che si mette a rischio la vita di altre persone che sono in situazioni simili al caso di Eluana Englaro. Questo ovviamente - ha aggiunto - dipenderà dalla decisione dei tutori legali, perché un tutore legale può ricevere, continuare ad alimentare e curare una persona in queste condizioni. Invece - ha concluso mons. Barreiro - altri tutori legali potranno decidere, sulla base di questa decisione, che è tempo di far morire la persona che hanno sotto tutela”. (A cura di Giancarlo La Vella)RealAudioMP3







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