Oggi le conclusioni del meeting interreligioso di Cipro. Intervista con il cardinale
Kasper
Con la speranza che l’isola di Cipro possa cessare di essere l’ultimo muro d’Europa,
si chiude oggi a Cipro, l’edizione 2008 di "Uomini e Religioni", l’incontro organizzato
dalla Comunità di Sant’Egidio. Da Nicosia di riferisce la nostra inviata, Francesca
Sabatinelli.
Da Cipro
le religioni vogliono riaffermare la potenza dello spirito, della preghiera e del
dialogo e l’azione che questa forza può esercitare anche sulla politica. La Nicosia
segnata da una divisione che crea due realtà drammaticamente opposte, e non per religione
quanto per evidenti disparità sociali e condizioni di vita, è diventata in questi
giorni il teatro di incontri tra i leader religiosi che dal 1987 hanno caratterizzato
gli appuntamenti di Sant’Egidio.
Questa edizione
aspira però a qualcosa di ben più concreto, perché accanto alle tavole rotonde, alle
strette di mano tra Imam, rabbini, patriarchi e cardinali, si è snodata la via della
diplomazia. Una delegazione di Sant’Egidio e di vari esponenti religiosi ha incontrato
in questi giorni i negoziatori da parte turca e greco-cipriota che assieme all’inviato
delle Nazioni Unite, stanno portando avanti le trattative perché a Cipro si arrivi
ad una soluzione, togliendo il dato religioso da un problema che è politico-territoriale.
"Uomini e Religioni" in questi giorni è stato anche questo, oltre agli appelli per
una pacificazione in Terra Santa, in Libano, in Iraq, di sostegno alle martoriate
comunità di cristiane dell’ India e di tanti altri luoghi, oltre all’invito a non
dimenticare i poveri, vere vittime della crisi finanziaria internazionale. Questa
sera la chiusura di questa 22.ma edizione con la lettura del messaggio di pace inviato
al mondo da tutte le religioni e l’appello di una importante testimone, Ingrid Betancourt.
Forte
come sempre, dunque, l'attenzione del Meeting all'attualità internazionale, ma intensa
anche la parte dedicata ai rapporti ecumenici. Sul punto, ecco l'opinione di una delle
personalità ecclesiali presenti a Cipro, il cardinale Walter Kasper, presidente
del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, al microfono di Francesca Sabatinelli:
R. - Siamo
su una buona strada con le Chiese ortodosse. Adesso parliamo del ruolo del vescovo
di Roma nel I millennio nella Chiesa universale, quindi parliamo del primato di Roma
e c’è un buon riavvicinamento, anche se non un pieno consenso: è un passo importante.
Anche l’amicizia fra vescovi ortodossi e vescovi cattolici diventa sempre più stretta.
Il Patriarca ecumenico è stato tre volte a Roma, e mai era avvenuto in tutta la lunga
storia della Chiesa. Le cose vanno avanti, anche se ancora ci vuole tanto tempo. E'
necessario che anche i fedeli siano coinvolti e per questo ci vuole più tempo per
cambiare la mentalità. Abbiamo fatto, però, buoni passi negli ultimi 40 anni e possiamo
andare con speranza verso il futuro.
D. – Quindi,
lei è ottimista?
R. – Io ho l’impressione che lo
Spirito Santo stia dietro a questo movimento e ci spinga ad andare avanti nonostante
tutte le difficoltà che poi sono normali nella vita dell’uomo. C'è da considerare
anche il fatto che tutti quei Paesi che erano isolati e che hanno vissuto il comunismo
oggi vogliono entrare nell’Unione Europea: e i giovani sono più aperti e penso che
adesso le circostanze politiche siano dalla nostra parte. Nel passato la politica
ci ha diviso, adesso la politica ci spinge ad unirci. Abbiamo le stesse sfide, cattolici
e ortodossi, e così dobbiamo rispondere insieme a queste sfide.