2008-11-17 15:23:08

L’antropologia teologica di San Camillo al centro di un convegno a Roma


“Vulnerabili, bisognosi e capaci di cura: l'antropologia teologica di San Camillo” è il tema di un convegno che si aprirà giovedì prossimo a Roma in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2008/2009 del Camillianum-Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria. Nel pomeriggio è prevista la Santa Messa officiata da monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita. I lavori saranno moderati dal prof. Adriano Pessina, direttore del centro di Bioetica presso l’Università Cattolica di Milano. Sono in programma relazioni sui “Disabili e abili nell’esperienza di Dio affidabile” e su “San Camillo teologo della premura di Dio”. Nell’introduzione al convegno - riportata da Zenit - si legge che “spesso la dignità umana è legata all’essere liberi, uguali e indipendenti, ma più realisticamente la nostra nobiltà è di tipo superiore, è la dignità di un vivente mortale e vulnerabile”. “La cura è dunque una struttura fondamentale dell’humanum, rivelativa della nostra costitutiva dipendenza e vulnerabilità, espressiva del nostro essere, in rapporto, bisognosi, spaventati, ma anche aperti alla speranza”. San Camillo diceva che nel curare dobbiamo essere “come una madre”, con la sua capacità calda di confortare avendo il “cuore nelle mani”, cioè con la sua fine premura che non solo si occupa di qualcuno, ma si preoccupa per qualcuno. La calda premura di Camillo de Lellis ha anche il significato dei preambula fidei, mentre conforta, aiuta a conoscere Dio, oltre la dimostrazione logica e il discorso persuasivo. In tal senso è importante guardare alla sua sollecitudine verso i malati e i sofferenti, una premura che “non parla il linguaggio di una ragione forte, ma ugualmente comporta un appello alla ragionevolezza della fede in Dio Misericordioso, mentre sottolinea l’antropologia della vulnerabilità e della cura”.(B.C.)







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