In Irlanda si è conclusa la Settimana per la giustizia riparativa
Il sistema penitenziario irlandese funziona? Prevede la riabilitazione dei detenuti?
Esistono alternative al carcere? È possibile agire prima per evitare che una persona
commetta un crimine e finisca in carcere? Sono alcune delle domande su cui sono stati
chiamati a riflettere i fedeli irlandesi in occasione della Settimana per la giustizia
riparativa (Restorative Justice Week) promossa dalla Chiesa locale dal 9 al 16 novembre.
La giornata di ieri ha concluso otto giorni di iniziative per pregare per i detenuti,
le loro vittime e il personale che lavora nei carceri e, appunto, per sensibilizzare
il pubblico e le autorità sui limiti dell’attuale sistema penitenziario irlandese.
Un sistema inefficace - rileva la coordinatrice nazionale dei cappellani carcerari
della Repubblica d’Irlanda Imelda Wickham sul magazine della Conferenza episcopale
Intercom – perché fondato esclusivamente su una concezione punitiva della giustizia.
“Una giustizia meramente punitiva – afferma - non funziona nel lungo termine, perché
non affronta le cause del crimine alla radice, le sue conseguenze e, soprattutto,
non tutela le vittime”. La sfida che la giustizia riparativa lancia è appunto quella
di cercare di superare questa logica del castigo muovendo da una lettura relazionale
del fenomeno criminoso, inteso essenzialmente come un conflitto che provoca la rottura
di aspettative sociali simbolicamente condivise. La giustizia riparativa può essere
quindi definita come un modello di giustizia che coinvolge la vittima, il reo e la
comunità nella ricerca di soluzioni agli effetti del conflitto generato dal fatto
delittuoso, allo scopo di promuovere la riparazione del danno, la riconciliazione
tra le parti e il rafforzamento del senso di sicurezza collettivo. In questo senso
si muove anche l’idea, su cui hanno molto insistito in questi anni i cappellani carcerari
irlandesi, di misure alternative alla prigione e che possono favorire il recupero,
la riabilitazione e il reinserimento sociale dei detenuti. (L.Z.)