2008-11-17 15:18:14

Diciannove anni fa l’uccisione a San Salvador di 6 gesuiti


“Ricordiamo oggi le vittime e offriamo a Dio il loro sacrificio implorando la pace per il Paese”. Così ieri, l’arcivescovo di San Salvador, mons. Fernando Sáenz Lacalle, ha voluto ricordare il 19.mo anniversario dell’uccisione di sei sacerdoti gesuiti e di due loro collaboratrici domestiche, tra cui una ragazza di 16 anni, che avvenne all’interno dell’Università Centroamericana (UCA). Questa triste ricorrenza coincide con la presentazione di una querela da parte di un tribunale speciale spagnolo (Audiencia Nacional) contro l’ex presidente salvadoregno Alfredo Cristiani, al potere dal 1989 al 1994, e contro altri 14 militari ritenuti coinvolti a vario titolo in quest’omicidio collettivo. Va ricordato che alcuni dei sacerdoti uccisi 19 anni fa erano spagnoli, una precisazione contenuta nell’esposto presentato da parte di un’associazione pro diritti umani della Spagna e dal Centro per la giustizia e responsabilità con sede a San Francisco, negli Stati Uniti. Mons. Sáenz Lacalle ha espresso il “timore che questo caso, lasciato nelle mani di un tribunale di altro Paese, non sia molto utile al processo interno di riconciliazione” e quindi ha aggiunto di condividere “la decisione dell’attuale rettore della Università Centroamericana, padre Jesús José María Tojeira, di non prendere parte al processo che si svolgerà a Madrid”. L’arcivescovo salvadoregno ha detto anche di essere d’accordo con quanto recentemente dichiarato da padre Tojeira per il quale “è meglio cercare dentro il Paese i modi per guarire le ferite”. Giovedì scorso, il rettore dell’università - commentando le notizie che arrivavano dalla Spagna - aveva aggiunto che, pur rispettando quanto deciso dal tribunale speciale spagnolo, riteneva che il modo migliore di fare giustizia ai sacerdoti gesuiti e alle loro collaboratrici passasse attraverso istanze salvadoregne. Il 16 novembre 1989, diversi comandi militari, nel corso di un’operazione contro la guerriglia - l’allora “Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional" (FMLN), oggi partito di opposizione dopo gli accordi di pace del 1992 - fecero irruzione nella zona residenziale dell’Università Centroamericana trascinando nel giardino il rettore, padre Ignacio Ellacuría, di nazionalità spagnola, che proprio lì trovò la morte. Simile trattamento fu riservato ad altri quattro sacerdoti spagnoli: Ignacio Martín Baró, Amando López, Juan Ramón Moreno Segundo Montes e un salvadoregno Joaquín López y López. Intanto altri militari, nella zona cucina, giustiziarono la cuoca salvadoregna Elba Ramos e sua figlia Celina. In uno dei tanti processi, nel 1991 furono condannati il colonnello Guillermo Benavides e il tenente Yussy Mendoza, ma poi grazie all’amnistia nel 1993, vennero liberati. (A cura di Luis Badilla)







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