2008-11-16 14:09:24

Benedetto XVI all'Angelus: diffondere i doni di Cristo, senza soffocarli con pregiudizi o inerzia. Il Papa prega per le vittime della strada


La Parabola dei “talenti” insegna ai cristiani ad essere attivi e intraprendenti nel testimoniare nel mondo i doni di Dio e non a seppellirli sotto pregiudizi “che paralizzano la fede e le opere”. E’ la riflessione che Benedetto XVI ha sviluppato all’Angelus di oggi in Piazza San Pietro. Il Papa ha anche ricordato l’inizio del Tempo d’Avvento che cade oggi nell’arcidiocesi di Milano dove, sempre oggi, entra in vigore anche il Nuovo Lezionario Ambrosiano, salutato da Benedetto XVI come un segno della Parola di Dio che salva “l’umanità di tutti i tempi”. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3
 
Nella penultima domenica del Tempo ordinario, prima dell’inizio dell’Avvento, il Vangelo presenta Gesù che si sofferma con i suoi discepoli con una delle sue parabole più celebri: quella dei “talenti”. Moneta romana di grande valore, nel comune sentire il talento, ha osservato il Papa, diventa “sinonimo di dote personale, che ciascuno è chiamato a far fruttificare”. Ma non si tratta solo di “trafficare” una qualità naturale. Gesù, ha affermato Benedetto XVI, intende il talento in modo più ampio, comprendendo cioè quelle “ricchezze” da lui lasciateci “in eredità: il Vangelo, il Battesimo, la preghiera del “Padre nostro”, l’Eucaristia, il suo perdono. In una parola, ha soggiunto il Papa, il “tesoro” affidato da Gesù ai suoi amici” è lui stesso, il Regno di Dio realizzato:
 
“La parabola odierna insiste sull’atteggiamento interiore con cui accogliere e valorizzare questo dono. L’atteggiamento sbagliato è quello della paura: il servo che ha paura del suo padrone e ne teme il ritorno, nasconde la moneta sotto terra ed essa non produce alcun frutto. Questo accade, per esempio, a chi avendo ricevuto il Battesimo, la Comunione, la Cresima seppellisce poi tali doni sotto una coltre di pregiudizi, sotto una falsa immagine di Dio che paralizza la fede e le opere, così da tradire le attese del Signore”.
 
L’esempio positivo viene invece dai discepoli, che non hanno occultato i talenti dietro il velo della paura o della gelosia ma, ha sottolineato il Papa, hanno fatto fruttificare questo dono “condividendolo, partecipandolo”, proprio perché - ha ribadito - il tesoro lasciato da Gesù “è fatto per essere speso, investito, condiviso con tutti”:
 
“L’insegnamento evangelico, che oggi la liturgia ci offre, ha inciso anche sul piano storico-sociale, promuovendo nelle popolazioni cristiane una mentalità attiva e intraprendente. Ma il messaggio centrale riguarda lo spirito di responsabilità con cui accogliere il Regno di Dio: responsabilità verso Dio e verso l’umanità”.
 
Benedetto XVI, che ha salutato la folla raccolta sotto la sua finestra in sei lingue, ha voluto ricordare in particolare due avvenimenti. La Giornata pro Orantibus, del 21 novembre prossimo, dedicata alle comunità di clausura, per le quali il Pontefice ha implorato nuove vocazioni e un impegno a “sostenere i monasteri nelle necessità materiali”. Quindi, l’inizio dell’Avvento dell’arcidiocesi di Milano, nella quale da oggi entra in uso il Nuovo lezionario Ambrosiano, che il cardinale arcivescovo della città, Dionigi Tettamanzi, aveva presentato nei giorni scorsi a Benedetto XVI. Il quale ha commentato:
 
“E’ significativo che ciò avvenga all’indomani dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi dedicata alla Parola di Dio. Possa la Chiesa Ambrosiana, nutrita con sapienza e abbondanza delle Sacre Scritture, camminare sempre nella verità e nella carità e rendere valida testimonianza a Cristo, Parola di salvezza per l’umanità di tutti i tempi”.
 
In coincidenza, poi, con la Giornata della sicurezza stradale, il Papa ha levato in lingua inglese una preghiera per le vittime degli incidenti stradali e le loro famiglia. "Il nostro comportamento sulle strade - ha detto - deve essere caratterizzato da responsabilita', considerazione e rispetto per gli altri".
 
Dunque, secondo le parole di Benedetto XVI all'Angelus, il Nuovo Lezionario Ambrosiano è un dono particolare che aiuta a professare, celebrare e vivere la fede a partire dalla Parola di Dio. Un pensiero ribadito anche dall’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, nel corso della prima celebrazione in Duomo con i nuovi testi biblici propri del Rito ambrosiano. Da Milano, ci riferisce Fabio Brenna:RealAudioMP3

Il nuovo lezionario era stato presentato ufficialmente a Papa Benedetto XVI al termine dell’udienza generale, mercoledì scorso. Non a caso è stata scelta la Messa del sabato, poiché il nuovo Lezionario da una particolare importanza alle celebrazioni vigiliari. “Una novità che ha lo scopo di rilanciare l’importanza dell’ingresso nella Pasqua della settimana, la Domenica, il Giorno del Risorto” ha detto l’arcivescovo nel corso della Messa trasmessa in diretta via radio, Tv e web. Il nuovo Lezionario ambrosiano pone poi in maggiore evidenza l’intimo legame che unisce l’Antico e il Nuovo Testamento. Così il cardinale Tettamanzi:

“Non è in gioco una semplice sostituzione di brani biblici, ma un diverso modo di accostare le ricchezze della Sacra Scrittura, ossia guidati in modo sapiente da una tradizione come quella ambrosiana, le cui radici profonde attingono al patrimonio della Chiesa indivisa del primo millennio e alla sensibilità teologica, liturgica, spirituale veicolata dagli scritti del suo grande vescovo e patrono, Sant’Ambrogio. Radici per la verità che qui sono costantemente coniugate con le rinnovate esigenze liturgiche e pastorali, oggi, delle nostre comunità”. 
Per far conoscere le novità introdotto dal nuovo Lezionario, che non cambia la struttura della Messa, l’arcivescovo aveva inviato nei giorni scorsi una lettera a tutti i fedeli della diocesi, ed aveva fatto dono dei nuovi libri ad ogni parrocchia. Il nuovo Lezionario, ha sottolineato inoltre l’arcivescovo, esalta la caratteristica della liturgia ambrosiana come ponte con la Tradizione Orientale particolarità, questa, stabilita fin dai tempi del patrono, Sant’Ambrogio.







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