Sempre più urgente l'azione apostolica del laicato cattolico nella Chiesa e nel mondo:
così il Papa al Pontificio Consiglio per i laici
Oggi è sempre più urgente l’azione apostolica del laicato cattolico nella Chiesa e
nel mondo: è quanto ha affermato stamani Benedetto XVI ricevendo i partecipanti alla
plenaria del Pontificio Consiglio per i laici che si sta svolgendo sui vent’anni dell’Esortazione
apostolica Christifideles laici di Giovanni Paolo II. Ecco il testo integrale del
discorso del Papa:
Signori Cardinali, Venerati Fratelli nell’episcopato
e nel sacerdozio, cari fratelli e sorelle!
Sono lieto di incontrare
oggi tutti voi, Membri e Consultori del Pontificio Consiglio per i Laici, riuniti
in Assemblea Plenaria. Saluto il Signor Cardinale Stanisław Ryłko e Mons. Josef Clemens,
Presidente e Segretario del Dicastero, e insieme con loro gli altri Prelati presenti.
Un benvenuto speciale rivolgo ai fedeli laici provenienti da diverse esperienze apostoliche
e vari contesti sociali e culturali. Il tema scelto per la vostra Assemblea - “A vent’anni
dalla Christifideles laici: memoria, sviluppo, nuove sfide e compiti” – ci introduce
direttamente nel servizio che il vostro Dicastero è chiamato ad offrire alla Chiesa
per il bene dei fedeli laici del mondo intero.
L’Esortazione apostolica Christifideles
laici, definita la magna charta del laicato cattolico nel nostro tempo, è il frutto
maturo delle riflessioni e degli scambi di esperienze e di proposte della VII Assemblea
generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che ebbe luogo nel mese di ottobre del
1987 sul tema “Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo”. Si tratta
di una rivisitazione organica degli insegnamenti del Concilio Vaticano II riguardanti
i laici – la loro dignità di battezzati, la vocazione alla santità, l’appartenenza
alla comunione ecclesiale, la partecipazione all’edificazione delle comunità cristiane
e alla missione della Chiesa, la testimonianza in tutti gli ambienti sociali e l’impegno
a servizio della persona per la sua crescita integrale e per il bene comune della
società –, temi presenti soprattutto nelle Costituzioni Lumen gentium e Gaudium et
spes, come anche nel Decreto Apostolicam actuositatem.
Mentre riprende gli
insegnamenti del Concilio, la Christifideles laici orienta il discernimento, l’approfondimento
e l’orientamento dell’impegno laicale nella Chiesa fronte ai mutamenti sociali di
questi anni. Si è sviluppata in molte Chiese particolari la partecipazione dei laici
grazie ai consigli pastorali, diocesani e parrocchiali, rivelandosi molto positiva
in quando animata da un autentico sensus Ecclesiae. La viva consapevolezza della dimensione
carismatica della Chiesa ha portato ad apprezzare e valorizzare sia i carismi più
semplici che la Provvidenza di Dio dispensa alle persone, sia quelli che apportano
grande fecondità spirituale, educativa e missionaria. Non a caso, il Documento riconosce
e incoraggia la “nuova stagione aggregativa dei fedeli laici”, segno della “ricchezza
e della versatilità delle risorse che lo Spirito alimenta nel tessuto ecclesiale”
(n. 29), indicando quei “criteri di ecclesialità” che sono necessari, da una parte,
al discernimento dei Pastori e, dall’altra, alla crescita della vita delle associazioni
di fedeli, dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità. A questo riguardo desidero
ringraziare il Pontificio Consiglio per i Laici, in modo tutto speciale, per il lavoro
compiuto durante gli scorsi decenni nell’accogliere, accompagnare, discernere, riconoscere
e incoraggiare queste realtà ecclesiali, favorendo l’approfondimento della loro identità
cattolica, aiutandole a inserirsi più pienamente nella grande tradizione e nel tessuto
vivo della Chiesa, e assecondando il loro sviluppo missionario. Parlare del laicato
cattolico significa riferirsi a innumerevoli persone battezzate, impegnate in molteplici
e svariate situazioni per crescere come discepoli e testimoni del Signore e riscoprire
e sperimentare la bellezza della verità e la gioia di essere cristiani. L’attuale
condizione culturale e sociale rende ancora più urgente questa azione apostolica per
condividere a piene mani il tesoro di grazia e di santità, di carità, dottrina, cultura
e opere, di cui è composto il flusso della tradizione cattolica. Le nuove generazioni
sono non solo destinatarie preferenziali di questa trasmissione e condivisione, ma
anche soggetti che attendono nel proprio cuore proposte di verità e di felicità per
poterne rendere testimonianza cristiana, come già accade in modo mirabile. Ne sono
stato, io stesso, nuovamente testimone a Sydney, nella recente Giornata Mondiale della
Gioventù. E perciò incoraggio il Pontificio Consiglio per i Laici a proseguire l’opera
di questo provvidenziale pellegrinaggio globale dei giovani nel nome di Cristo, e
ad adoperarsi per la promozione, ovunque, di un’autentica educazione e pastorale giovanile.
Conosco
anche il vostro impegno in merito a questioni di speciale rilevanza, com’è quella
della dignità e partecipazione delle donne nella vita della Chiesa e della società.
Ho avuto già occasione di apprezzare il Convegno da voi promosso a vent’anni dalla
promulgazione della Lettera apostolica Mulieris dignitatem, sul tema “Donna e uomo,
l’humanum nella sua interezza”. L’uomo e la donna, uguali in dignità, sono chiamati
ad arricchirsi vicendevolmente in comunione e collaborazione, non solo nel matrimonio
e nella famiglia, ma anche nella società in tutte le sue dimensioni. Alle donne cristiane
si richiedono consapevolezza e coraggio per affrontare compiti esigenti, per i quali
tuttavia non manca loro il sostegno di una spiccata propensione alla santità, di una
speciale acutezza nel discernimento delle correnti culturali del nostro tempo, e della
particolare passione nella cura dell’umano che le caratterizza. Mai si dirà abbastanza
di quanto la Chiesa riconosca, apprezzi e valorizzi la partecipazione delle donne
alla sua missione di servizio alla diffusione del Vangelo.
Permettetemi, cari
amici, un’ultima riflessione riguardante l’indole secolare che è caratteristica dei
fedeli laici. Il mondo, nella trama della vita familiare, lavorativa, sociale, è luogo
teologico, ambito e mezzo di realizzazione della loro vocazione e missione (cfr Christifideles
laici, 15-17). Ogni ambiente, circostanza e attività in cui ci si attende che possa
risplendere l’unità tra la fede e la vita è affidato alla responsabilità dei fedeli
laici, mossi dal desiderio di comunicare il dono dell’incontro con Cristo e la certezza
della dignità della persona umana. Ad essi spetta di farsi carico della testimonianza
della carità specialmente con i più poveri, sofferenti e bisognosi, come anche di
assumere ogni impegno cristiano volto a costruire condizioni di sempre maggiore giustizia
e pace nella convivenza umana, così da aprire nuove frontiere al Vangelo! Chiedo dunque
al Pontificio Consiglio per i Laici di seguire con diligente cura pastorale la formazione,
la testimonianza e la collaborazione dei fedeli laici nelle più diverse situazioni
in cui sono in gioco l’autentica qualità umana della vita nella società. In particolar
modo, ribadisco la necessità e l’urgenza della formazione evangelica e dell’accompagnamento
pastorale di una nuova generazione di cattolici impegnati nella politica, che siano
coerenti con la fede professata, che abbiano rigore morale, capacità di giudizio culturale,
competenza professionale e passione di servizio per il bene comune.
Il lavoro
nella grande vigna del Signore ha bisogno di christifideles laici che, come la Santissima
Vergine Maria, dicano e vivano il “fiat” al disegno di Dio nella loro vita. Con questa
prospettiva, vi ringrazio dunque del prezioso vostro apporto a così nobile causa e
di cuore imparto a voi e ai vostri cari la Benedizione Apostolica.