2008-11-15 14:20:03

India: continuano le violenze anticristiane


C'è tensione e paura in Orissa dove il governo locale ha permesso oggi a Bhubaneshwar la manifestazione del Swami Laxmananda Saraswati Sradhanjali Samiti, nonostante la preoccupazione di New Delhi che possa innescare ulteriori violenze interreligiose. Il gruppo estremista indù - riferisce l'agenzia AsiaNews - ha indetto la marcia in protesta contro il mancato arresto degli uccisori di Laxmananda Saraswati, leader del Vishwa Hindu Parishad (Vhp), il 23 agosto scorso. Anche se la polizia ritiene responsabili gruppi maoisti, gli indù hanno tratto pretesto da quella morte, per scatenare i pogrom anticristiani. In questo clima, mercoled' scorso sono stati arrestati tre cristiani con l’accusa di “induzione” alla conversione degli abitanti di un sobborgo di Bangalore. I leader delle associazioni cristiane hanno promosso una campagna per il loro rilascio. L’All India Christian Council (Aicc) riporta il racconto dei fatti fornito dai leader cristiani del Karnataka: un uomo e due donne sono stati invitati nella casa della sorella dell’uomo, nel quartiere di Jeevanahalli a Bangalore, a pregare per la salute del nipote infermo. Usciti dall’abitazione al termine della veglia, il trio si è imbattuto in un gruppo formato da una quindicina di militanti della Bajrang Dal, l’ala giovanile del Vhp che hanno picchiato a sangue l’uomo, poi hanno chiamato la polizia accusandoli di indurre alla conversione un gruppo di abitanti del luogo. Un imprenditore ha confermato la falsa accusa ai poliziotti di Fraser Town. L'episodio conferma che non sono cessate le persecuzioni anticristiane in India, con chiese demolite e cristiani arrestati con false accuse di “istigare conversioni”. In Orissa la notte dell’11 novembre, ignoti hanno raso al suolo la chiesa cattolica del villaggio di Tiangia, dove è nato padre Bernard Digal. La Chiesa, scampata alle precedenti violenze perché ancora in costruzione, doveva essere inaugurata tra breve. Secondo l’Aicc dal 24 agosto in Orissa si sono registrate violenze in 14 dei 30 distretti dello Stato, ci sono stati danni in 315 villaggi, bruciate 4,640 abitazioni, con 53mila sfollati e 60 vittime (tra le quali due pastori e un prete cattolico), sono state stuprate due donne, distrutte 151 chiese, mentre continuano ancora oggi gli attacchi. Nel Bihar è stata danneggiata una chiesa. Nello stato di Chhattisgarh sono state attaccate quattro suore. Nel Jharkhand i fondamentalisti indù hanno preso d’assalto una chiesa e hanno cercato di “riconvertire” i fedeli cristiani. Quattro chiese danneggiate nel Kerala, nel Tamil Nadu e nel Madhya Pradesh. A New Delhi due chiese danneggiate, alle quali si aggiungono altri quattro tentativi di assalto. Nel Punjab tre cristiani sono detenuti dalla polizia con false accuse. Nell’Uttar Pradesh picchiati tre pastori e la moglie di uno di loro. Nell’Uttarakhand sono stati uccisi due cristiani, un prete e una sua impiegata. (R.P.)







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