I vescovi congolesi denunciano il “genocidio silenzioso” in Nord Kivu
Nel Kivu sta avvenendo un “genocidio silenzioso” nel “lassismo” della comunità internazionale:
la denuncia viene dai vescovi della Repubblica Democratica del Congo, in una nota
ripresa dall'agenzia Sir, diffusa durante la sessione straordinaria del Comitato permanente
della Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco). “Condanniamo con veemenza
questa maniera ignobile di considerare la guerra come un mezzo per risolvere i problemi
e accedere al potere – scrivono i presuli -. Denunciamo tutti i crimini commessi contro
cittadini innocenti e disapproviamo nel modo più assoluto ogni aggressione del territorio
nazionale. Biasimiamo il lassismo con cui la comunità internazionale tratta il problema
dell’aggressione di cui è vittima il nostro Paese”. La situazione nel Kivu, affermano,
“sta raggiungendo proporzioni insopportabili”, con una “crudeltà di eccezionale virulenza”
contro le popolazioni locali. Tutto ciò “sotto gli occhi impassibili di coloro che
hanno ricevuto il mandato di mantenere la pace e proteggere la popolazione civile.
I nostri stessi governanti si dimostrano impotenti di fronte alla portata della situazione”.
I vescovi chiedono “l’immediata cessazione delle ostilità e la garanzia delle condizioni
di sicurezza per il ritorno degli sfollati alle loro terre”, “un aumento dell’aiuto
umanitario”, mentre si appellano al governo e alla comunità internazionale per porre
fine alle violenze. (B.C.)