2008-11-15 15:17:33

Appello per la liberazione delle due suore italiane rapite in Kenya


“Preghiamo insieme con fiducia”. È l’appello che padre Pino Isoardi, responsabile del Movimento contemplativo missionario “Charles De Foucauld” di Cuneo, rivolge in attesa della liberazione delle due religiose appartenenti al Movimento – Maria Teresa Olivero e Rinuccia Giraudo – rapite a El Wak in Kenya nella notte tra il 9 e il 10 novembre. In un’intervista al settimanale cattolico di Cuneo “La Guida”, padre Isoardi afferma che la comunità è “in contatto costante con la fraternità di Mandera nel Nord del Kenya e con la Farnesina che si sta dando molto da fare”. “Abbiamo poi – spiega padre Isoardi - un migliaio di amici con i quali siamo uniti in tutt’Italia in un appello alla preghiera per questa situazione. Molti lo stanno facendo, come tante famiglie, gruppi di persone, parrocchie”. Padre Isoardi, nell’intervista al settimanale cattolico, risponde anche a una domanda sul rapimento e sul possibile coinvolgimento del fondamentalismo islamico. Questo - osserva - “non possiamo escluderlo in assoluto, ma neanche affermarlo. In tutti questi anni abbiamo intessuto una rete di amicizie intorno alla fraternità. Certo, da alcuni anni, in quelle terre ci sono infiltrazioni di fondamentalisti, ma non c’entrano con le persone che vivono intorno alle nostre fraternità. È più verosimile che questa vicenda abbia a che fare con altre questioni. Ma, ripeto, non siamo in grado di dare spiegazioni più precise”. Le due religiose - ricorda poi il Sir - si trovano in Kenya da 35 anni: in questi anni, prosegue, “abbiamo toccato con mano come ci siano pregiudizi del tutto ingiusti e superficiali tra quelli che vogliono dividere la terra secondo le appartenenze religiose. Condividendo la vita con i poveri – conclude - ti accorgi che le diversità di religioni esistono e sono anche profonde, ma ci sono cose molto più importanti che ci accomunano: un grande amore alla vita, una ricerca profonda di Dio, una solidarietà vera; ci sono valori di vita che impariamo anche da loro”. (A.L.)







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