Il cardinale Tauran: i credenti non usino la religione per giustificare la violenza
e limitare la libertà di coscienza
“Le Religioni, nonostante le debolezze e le contraddizioni dei loro seguaci, sono
messaggere di riconciliazione e di pace” ma “i credenti siano coerenti e credibili”:
è quanto ha affermato ieri il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio
Consiglio per il dialogo interreligioso, nel corso della prima giornata del vertice
promosso dal re dell’Arabia Saudita Abdullah nella sede dell’ONU a New York. All’incontro,
che si svolge sul tema “Cultura di pace”, partecipano capi di Stato e di governo di
oltre 70 Paesi. Il cardinale Tauran ha ricordato il ruolo delle religioni nel promuovere
il bene comune delle società ma nello stesso tempo ha affermato che i credenti “possono
utilizzare la religione per limitare la libertà di coscienza, giustificare la violenza,
diffondere l'odio e il fanatismo o minare l'autonomia della politica e della religione”.
Anche l’ONU, per sua natura e missione – ha proseguito - dovrebbe essere una scuola
di pace! Qui, infatti, si deve imparare a pensare e agire, tenendo conto delle aspirazioni
e degli interessi legittimi di tutti. Qui, tutti i Paesi sono uguali in dignità” ma
per “far crescere il sentimento di appartenenza ad una medesima famiglia” è necessario
“superare la semplice logica dei rapporti di forza per fare spazio alla forza del
diritto”.
Citando Benedetto XVI, il presidente del dicastero vaticano si
è detto convinto che "la pace è messa in questione dall’indifferenza per ciò che costituisce
la vera natura dell’uomo" ed è alla base dei “valori comuni a tutti, credenti o no:
la sacralità della vita, la dignità della persona umana, il rispetto per la libertà
di coscienza e di religione, l'impegno per la libertà responsabile, l’accoglienza
delle opinioni nella loro diversità, il retto uso della ragione, l'apprezzamento della
vita democratica, l'attenzione alle risorse naturali”. Occorre andare “oltre la semplice
tolleranza” e i “compromessi incerti” – ha concluso il porporato – per costruire insieme,
senza rinunciare al proprio patrimonio culturale e religioso, un mondo più sicuro
e più fraterno. L’incontro si conclude oggi. (A cura di Sergio Centofanti)