2008-11-13 14:23:24

Il cardinale Martino presenta le celebrazioni vaticane per il 60.mo della Dichiarazione dei Diritti umani: non va cambiata, ma rispettata


Un atto commemorativo, la premiazione di personalità distintesi nel campo della solidarietà e un concerto alla presenza del Papa. Sono le iniziative preparate dalla Santa Sede per celebrare solennemente il 60.mo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’uomo. Ad illustrarle ai giornalisti in Sala Stampa vaticana è stato questa mattina il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente di Giustizia e Pace, affiancato dal maestro Inma Shara, che il 10 dicembre dirigerà l’orchestra per il concerto in Vaticano. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo non patisce le “rughe” dell’età, perché i suoi principi restano validi ancora oggi, dopo 60 anni, e ad essi possono riferirsi anche i grandi mutamenti sociali e normativi intercorsi nel frattempo. Il cardinale Renato Raffaele Martino ha risposto così in conferenza stampa ai giornalisti che gli chiedevano un parere rispetto alla corrente di pensiero che vorrebbe aggiornare il documento, approvato il 10 dicembre del 1948. Il “Magistero della Chiesa - ha affermato il presidente di Giustizia e Pace, presentando le celebrazioni vaticane per l’importante anniversario - non ha mancato di valutare positivamente” la Dichiarazione di diritti umani, che Giovanni Paolo II più tardi definì “una vera pietra miliare sulla via del progresso morale dell’umanità”:

 
“La Chiesa ritiene che i diritti umani esprimano la trascendente dignità della persona, unica creatura amata da Dio per se stessa, fine e mai mezzo, e pensa che la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo del 1948 sia stata un momento di fondamentale importanza nella maturazione, da parte dell’umanità, di una coscienza morale consona alla dignità della persona”.

 
Tuttavia, ha osservato con realismo il cardinale Martino, in questi sei decenni di vita, la carta ONU sui Diritti umani ha dovuto subire parecchi affronti, molti dei quali constatati con i suoi stessi occhi, in giro per il mondo a nome del Papa:

 
“Credo che, purtroppo, tanti articoli non sono osservati nel mondo. Vi faccio solamente un esempio: io viaggio continuamente in tutto il mondo e, in moltissimi Paesi, specialmente quando visito questi istituti di pena, vedo e tocco con mano che, per i nostri fratelli carcerati, la Dichiarazione dei diritti umani non è mai esistita”.

 
In precedenza, il cardinale Martino, presentando le celebrazioni in Vaticano, aveva detto che il 10 dicembre, alle 16, il primo momento ufficiale dell’anniversario sarà sottolineato dall’Atto commemorativo che vedrà i capi dicastero della Curia e il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede riflettere sull’attualità della Dichiarazione grazie al contributo di relatori di prestigio, fra i quali il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale del lavoro (ILO), Juan Somavia, e il direttore generale della FAO, Jacques Diouf.

 
Alle 18 poi, alla presenza di Benedetto XVI, sarà la bacchetta di un giovane e brillante direttore d’orchestra, la spagnola Inma Shara, nativa dei Paesi baschi, a dirigere il concerto della Brandenburrgisches Staatsorchester di Frankfurt. Considerata una delle esponenti migliori della nuova generazione di compositori e direttori d'orchestra, la Shara ha parlato così del suo rapporto con la musica:

 
“Yo siempre he pensado ...
Io ho sempre pensato che la musica sia un linguaggio universale tra gli esseri umani, che non conosce differenze e che genera valori assolutamente positivi: genera felicità. E credo positivamente nel messaggio che la musica trasmette. Per me, la musica non è una professione, è un modo di vivere, è un modo di sentire, e attraverso la musica, personalmente, mi è stato lasciato il più grande regalo”.

 
Inoltre, prima del concerto, verranno assegnati i riconoscimenti per l’edizione 2008 del Premio della Fondazione San Matteo, in memoria del cardinale François-Xavier Nguyên Van Thuân. Uno sarà attribuito a Cornelio Sommaruga, ex presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, mentre altri quattro progetti di solidarietà e assistenza, attivati in varie parti del pianeta, riceveranno un premio di 15 mila euro ciascuno. Riferendosi fra l’altro al porporato vietnamita cui il premio è intitolato, il cardinale Martino ha detto che “non c’è nessun indugio nel processo di Beatificazione” che lo riguarda, aggiungendo che si sta pensando ad una traslazione delle sue spoglie nella chiesa romana di Santa Maria della Scala a Trastevere, della quale il cardinale Van Thuân deteneva il titolo cardinalizio.







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