2008-11-13 15:47:28

Ancora violenze contro i cristiani in Iraq, mentre 2000 famiglie fanno rientro a Mossul


Non c’è tregua in Iraq alle violenze contro i cristiani. Mossul, nel nord del Paese, piange oggi le due sorelle uccise ieri da uomini armati. E’ solo l’ultimo dei numerosi episodi che vedono da mesi i cristiani vittime di aggressioni, minacce e violenze da parte di gruppi estremisti islamici. L’ennesimo dramma che getta un’ombra sulla notizia del rientro a Mosul di almeno 2000 famiglie cristiane, fuggite agli inizi di ottobre dopo una serie di attacchi diretti contro la comunità. Secondo l’alto commissariato dell’ONU per i rifugiati (ACNUR), che ha diffuso ieri la notizia al termine di una visita nei villaggi dell’area di al-Hamdaniya, le migliaia di famiglie avrebbero “cominciato a far ritorno da una settimana circa grazie alle migliorate condizioni di sicurezza”. Sulle reali motivazioni del rientro emergono tuttavia pareri discordanti. Secondo gli sfollati rimasti nei villaggi della periferia, a favorire il rientro a Mosul non sarebbe stato il miglioramento delle condizioni di sicurezza ma il timore di perdere il lavoro o motivazioni legate all’istruzione. Nei giorni scorsi il primo ministro Nuri al-Maliki, ricevendo il patriarca della Chiesa Assira d’Oriente, Mar Dinkha IV, aveva assicurato l’impegno dello stato dicendo che gli attacchi contro le chiese e le moschee “non colpiscono solo un gruppo religioso, ma tutti gli iracheni”. (C.D.L.)







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