2008-11-12 12:08:17

Elezioni in Nicaragua: i vescovi denunciano l'irregolarità del voto


I vescovi del Nicaragua denunciano le irregolarità delle elezioni municipali svoltesi nel Paese domenica scorsa. Secondo i risultati pubblicati sul sito del Consiglio supremo elettorale, con l'86% delle schede scrutinate, il Fronte sandinista al governo ha conquistato il 48,24% dei voti e 91 dei 146 comuni in palio, fra i quali la capitale, Managua. Queste irregolarità – affermano i presuli – mettono a repentaglio la democrazia. Contesta il voto anche il Partito liberale costituzionale, all’opposizione, che ha presentato ricorso. Il servizio di Luis Badilla.RealAudioMP3
 
I contrasti sono iniziati domenica scorsa in merito al candidato a sindaco della capitale, Managua. Mentre l’esponente governativo, il sandinista Alexis Argüello, ex campione mondiale di pugilato, assicurava di aver vinto, il suo rivale, ex candidato liberale alle presidenziali, Eduardo Montealegre, denunciava “gravi irregolarità e frodi” e “il comportamento frettoloso del Tribunale elettorale” nel dichiarare in vantaggio il Fronte sandinista del presidente Daniel Ortega. Di qui le denunce di irregolarità si sono diffuse a macchia d’olio in tutto il Paese: diversi partiti, ONG e gruppi di osservatori, in linea con le accuse del Partito liberale costituzionale, che ''non riconosce assolutamente i risultati provvisori attuali”, hanno chiesto ''un nuovo conteggio delle schede”. Ci sono stati anche numerosi scontri in diverse località del Paese tra sostenitori del governo del presidente Ortega e militanti dei gruppi e partiti oppositori: la stampa locale ha parlato di due vittime, anche se le autorità non hanno rilasciato una versione ufficiale sui fatti denunciati. In questo delicato contesto, in un Paese che negli anni ‘80 ha vissuto una terribile guerra interna per motivi politici ed ideologici, i vescovi nicaraguensi sono tornati ad elevare la loro voce, angosciata e preoccupata, anzitutto per “chiedere calma e serenità” e poi “onestà, trasparenza e certezza da parte di tutti gli attori del processo”, in particolare - ha detto mons. Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua - “da parte del Tribunale elettorale che è chiamato a chiarire ogni dubbio evitando così il sorgere della delusione e della sfiducia”. Il segretario dell'Episcopato mons. Sócrates René Sándigo Jirón, ha fatto riferimento "a contestazioni ambigue in alcuni seggi elettorali, alla mancanza di accreditamento ufficiale per osservatori locali e internazionali, alla chiusura anticipata di molti seggi, all'espulsione di alcuni rappresentanti di lista, all'incoerenza tra gli atti firmati dagli scrutatori nei seggi e la documentazione diffusa dal Tribunale elettorale". I vescovi, lanciano un urgente appello a tutti i membri del Tribunale per chiedere loro di agire con imparzialità “per rispettare il voto e la coscienza del popolo” chiedendo “la revisione e il controllo degli atti in possesso dei partiti, così come sono stati firmati al momento della chiusura dei seggi" e i documenti pervenuti al Tribunale. I vescovi lanciano infine un accorato appello affinché tutti lavorino per "evitare qualsiasi forma di violenza". I presuli si rivolgono "all'impresa privata, al Corpo diplomatico e agli organismi internazionali perché non facciano mancare il loro sostegno alle istituzioni democratiche” soprattutto in questa difficile situazione in cui la cittadinanza “esige un processo elettorale totalmente legittimo".







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