Al via a Budapest, un incontro tra rappresentanti della Santa Sede e del Gran Rabbinato
d’Israele sulle prospettive cattoliche ed ebraiche nella società civile
Una riflessione sul modo in cui ebraismo e cattolicesimo possono incidere nel tessuto
sociale dove vivono. A svilupparla saranno i rappresentanti delle due fedi che da
oggi, e fino al 12 novembre, prendono parte, a Budapest, all’incontro fra la Commissione
della Santa Sede per i Rapporti religiosi con l’Ebraismo e la delegazione del Gran
Rabbinato d’Israele per le Relazioni con la Chiesa Cattolica. Tema: “La società civile
e la religione, prospettive cattoliche ed ebraiche”. Sugli obiettivi di questo appuntamento,
Philippa Hitchen, della nostra redazione inglese, ha intervistato padre
Norbert Hofmann, segretario della Commissione pontificia presente in Ungheria:
R. - Abbiamo
scelto questo Paese perché è un Paese dell’Europa dell’Est. Noi vogliamo approfondire
qual è lo stato del dialogo in questi Paesi: come si sa, qui anche la Chiesa ortodossa
è molto importante e quindi collaborare con la Chiesa ortodossa è un obbligo per noi
anche su questo punto. Per questo, ci sarà anche un osservatore del Patriarcato ecumenico
che parteciperà a questo convegno. Queste sono le mie speranze. Poi, c’è anche un
altro aspetto: prima di questo incontro ufficiale, ci sarà un incontro di giovani:
sei giovani cattolici ed ebrei. Vogliamo formare gente giovane che possa promuovere
il dialogo, perché il futuro del dialogo dipende dalla gioventù.
D.
– In alcuni di questi Paesi dell’Est Europa c’è un grande timore di una rinascita
dell’antisemitismo …
R. – C’è sempre stato purtroppo
l’antisemitismo, in una maniera o nell’altra, in questi Paesi dell’Europa dell’Est.
Però, gli ebrei hanno in noi cristiani un alleato per combattere l’antisemitismo.
Troviamo già nella Dichiarazione conciliare “Nostra aetate” la condanna dell’antisemitismo:
quindi, possono contare su di noi, i nostri fratelli maggiori ebrei, perché l’antisemitismo
non è conciliabile con l’etica cristiana.
Come ha ricordato
Benedetto XVI all'Angelus, la notte tra il 9 e il 10 novembre di 70 anni fa, la Germania
visse una delle peggiori pagine della sua storia. I nazisti aggredirono in massa gli
ebrei in tutto il Paese, uccidendone un centinaio e deportandone 30 mila nei campi
di concentramento, dopo aver incendiato oltre 260 sinagoghe e devastato migliaia di
negozi. Di quella tragica “Notte dei cristalli”, come fu denominata, verrà fatta memoria
durante l’incontro di Budapest, come spiega il cardinale arcivescovo di Esztergom-Budapest,
Péter Erdő, al microfono di Marta Vertse, incaricata del Programma ungherese
della Radio Vaticana:
R. – La parte
ebraica farà menzione del 60.mo anniversario della fondazione dello Stato d’Israele.
All’inizio dell’incontro ci sarà anche una commemorazione della "Notte dei cristalli"
del Terzo Reich, che portò una ondata di violenza di massa contro gli ebrei della
Germania.
D. – L'evento coincide con l’anniversario?
R.
– Coincide con l’anniversario e noi dobbiamo ricordare questo triste anniversario
per non dimenticare mai, perché atti di violenza razzista o atti di discriminazione
e violenza contro gruppi religiosi o etnici non si ripetano più nella storia del mondo.
Purtroppo, nel mondo vediamo adesso simili atti anche contro i cristiani. Oltre a
prendere atto di questi fenomeni di violenza, cerchiamo anche di protestare insieme
con i responsabili della Santa Sede, per difendere i diritti umani dei cristiani in
Iraq, in India, in altri Paesi del Medio Oriente.