Iraq: approvata la legge elettorale sulla rappresentanza delle minoranze
Un civile iracheno è stato ucciso e altri sette feriti dall'esplosione di un ordigno
nella zona nord di Baghdad. Nei pressi della capitale, le forze americane e irachene
hanno ucciso un dirigente di Al Qaeda. Conosciuto con il nome di Abu Ghazwan al-Hayali,
viene considerato “il capo regionale di Al Qaeda” e accusato “della fabbricazione
di autobombe”. Intanto, il consiglio presidenziale iracheno ha approvato oggi il testo
di legge varato dal parlamento sulla rappresentanza delle minoranze alle prossime
elezioni provinciali, all'inizio dell'anno prossimo. Il servizio di Fausta Speranza:
Secondo il
segretario della presidenza, Nassir al Ani, il Consiglio ha approvato il testo per
“rispetto della decisione del parlamento”. Ma il Consiglio stesso presenterà un nuovo
progetto per garantire i futuri diritti delle minoranze. Il 24 settembre, il parlamento
aveva approvato una legge a lungo attesa per le elezioni provinciali, nel cui testo
è stato però cancellato l'art. 50 della precedente normativa che garantiva la rappresentanza
delle minoranze, come quella cristiana ed altre, riconoscendo loro una quota fissa
di seggi. Una decisione che ha portato molti cristiani e esponenti delle minoranze
irachene a protestare con forza in piazza, in particolare a Mossul, Bassora, Maysan
e nella provincia del Dhi Qar. Per porvi rimedio, lunedì scorso il parlamento ha approvato
l'aggiunta di un articolo, stabilendo così l'assegnazione di sei seggi, su 440, alle
minoranze. La norma ha però di nuovo fortemente scontentato in particolare i cristiani,
che si vedono assegnare in tutto tre seggi, nelle province di Baghdad, Ninive e Bassora
(che hanno rispettivamente 57, 37 e 37 seggi), rispetto ai nove che avevano richiesto. Pakistan Militanti
islamici operanti nelle zone tribali del nordovest del Pakistan hanno giustiziato
due afghani accusati di attività di spionaggio per conto delle forze americane. Lo
ha indicato un responsabile locale. I cadaveri crivellati di colpi sono stati abbandonati
su una strada che collega la provincia del Waziristan del Nord alla provincia afghana
di Khost, entrambe roccaforti dei talebani e dei militanti di Al Qaida. Questo tipo
di esecuzioni è divenuto frequente nelle zone tribali pakistane, dove l'esercito americano
ha moltiplicato gli attacchi. Nei giorni scorsi, alcuni insorti erano stati uccisi
in seguito a un lancio di missili, presumibilmente americani, nel Waziristan del nord.
Il
primo incontro di Obama con la stampa internazionale Mentre negli USA rivebera
l'eco del nuovo messaggio di Al Qaeda sull’elezione di Barack Obama, per il presidente
eletto degli Stati Uniti ieri è stato soprattutto il giorno del primo incontro con
la stampa internazionale, dopo l’Election day. Crisi economica in primo piano,
mentre si prepara il prossimo staff presidenziale. Dagli Stati Uniti, il servizio
di Elena Molinari: Si
è aggiunto un nome, ieri, alla nuova squadra di governo di Barack Obama: è quello
del portavoce del futuro presidente, Robert Gibbs, che era capo comunicazione della
campagna elettorale. Obama non ha però confermato la nomina durante la prima conferenza
stampa dalle elezioni, dedicandola quasi interamente all’economia: ha definito infatti
la crisi attuale “la più grande sfida della nostra vita”, assicurando che l’affronterà
di petto non appena insediato alla Casa Bianca. Quindi, ha promesso un pacchetto di
aiuti per la middle class, al più presto, anche prima del suo insediamento.
Obama ha inoltre garantito anche sul fronte internazionale: “Risponderò alla lettera
del presidente iraniano Akhmadinejad", ha detto, aggiungendo che "un eventuale programma
di sviluppo nucleare è inaccettabile”. Ma il presidente eletto ha deciso di prendere
tempo prima di rendere pubblico l’annuncio più atteso, quello del nome del nuovo segretario
al Tesoro. “La scelta della mia squadra”, ha affermato, “sarà veloce ma ponderata,
e voglio sottolineare ponderata”.
La questione del nucleare iraniano A
proposito delle parole di Obama sull’Iran, il presidente del parlamento iraniano,
Ali Larijani, ha detto che si tratta di una “ripetizione” di quanto detto dall'amministrazione
uscente del presidente George W. Bush, aggiungendo che la nuova dirigenza americana
sta prendendo la “strada sbagliata”. E sempre in tema di nucleare iraniano, e sempre
in queste ore, il capo della diplomazia europea, Javier Solana, ha sollecitato un
summit da tenersi a Sharm El Sheik, in Egitto, a margine della riunione del Quartetto
(USA, Russia, ONU, ed Unione Europea) sullo stato dei negoziati di pace in Medio Oriente
prevista per domani. Intanto, dopo la comunicazione dei dirigenti di Hamas da Damasco
di voler boicottare la Conferenza interpalestinese, prevista al Cairo a partire da
lunedì prossimo, l'Egitto ha reso noto di aver deciso il rinvio dell'incontro a data
da destinarsi. La Conferenza era stata organizzata dopo numerosi colloqui avuti da
dirigenti egiziani con esponenti di tutte e 13 le fazioni palestinesi - sia con i
dirigenti residenti a Gaza e Ramallah, sia con quelli in esilio a Damasco - per un
tentativo di riconciliazione in vista di futuri negoziati con Israele. Nei giorni
scorsi, una delegazione di Hamas era arrivata al Cairo in anticipo sulla Conferenza,
per esaminare con gli egiziani modifiche ad una bozza di documento preparato per la
riconciliazione. Il vertice straordinario del Consiglio europeo E Barack
Obama ha fatto sapere che non parteciperà al vertice G20 sulla crisi economica globale,
che si terrà a Washington il prossimo 15 novembre. In vista dell’incontro, intanto,
fervono i preparativi. Ieri, a Bruxelles, si è tenuto il vertice straordinario dei
capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, convocato dal presidente di turno,
il francese Sarkozy. Ribadita una linea comune sull’emergenza finanziaria. Da Bruxelles,
Giovanni Del Re:
“Siamo tutti
d’accordo sulla necessità di ridisegnare l’architettura del sistema finanziario mondiale”:
è apparso abbastanza soddisfatto il presidente francese, Nicolas Sarkozy, al termine
del summit informale convocato per preparare quello del G20, fissato tra una settimana,
a Washington. In effetti, i 27 leaders si sono trovati d’accordo su un testo preparato
dalla presidenza francese dell’UE - per quanto dopo varie smussature - in cui si afferma
che il G20 dovrà essere un evento fondatore del nuovo sistema finanziario, nel quale
non vi sarà più spazio per istituzioni, società, settore di mercato, con azioni non
soggette a regolamentazione. Si chiede una maggiore sorveglianza dei mercati, un codice
etico per evitare di assumersi rischi eccessivi e soprattutto un ruolo più forte e
nuovo per il Fondo monetario internazionale (FMI), che dovrebbe diventare centrale
nel nuovo sistema, con la possibilità di emettere raccomandazioni per prevenire crisi.
“L’obiettivo”, ha detto dal canto suo la cancelliera tedesca, Angela Merkel, “è evitare
che si possano ripetere crisi della gravità di quella attuale”. Certo, è che i 27
chiedono che entro 100 giorni dal summit a Washington vi siano le prime misure concrete:
trascorsa questa scadenza, si dovrà convocare un nuovo vertice. Del resto, il presidente
Sarkozy ha sottolineato che i leaders dell’UE sono molto preoccupati anche per la
crisi della cosiddetta economia reale: in effetti, nel comunicato finale si parla
della necessità di una concertazione a livello comunitario delle iniziative nazionali
di rilancio delle rispettive economie, e si chiede alla Commissione Europea e al Consiglio
dei ministri economici e finanziari dell’UE di preparare, in vista del Consiglio europeo
di dicembre prossimo, proposte per una strategia comune. Congo Situazione
calma stamani in Congo, dove l'esercito ha rinforzato le sue posizioni sul fronte
a nord di Goma, all'indomani di nuovi combattimenti e di un summit internazionale
nel quale è stato invocato il cessate il fuoco. Nel contempo, si rinforza l'ipotesi
già circolata ieri secondo la quale truppe angolane sarebbero intervenute nell'est
del Paese, vicino alla frontiera con il Ruanda, a sostegno delle forze governative.
Le truppe angolane avrebbero già preso parte ieri, a fianco dell'esercito congolese,
ai combattimenti contro i ribelli di Laurent Nkunda, secondo quanto detto oggi all'AFP
da un militare dell'ONU sotto la copertura dell'anonimato. Si rafforzerebbe così l'ipotesi
già circolata ieri a seguito di quanto detto da un comandante uraguaiano della missione
ONU nel Paese (MONUC). Interpellata sulla questione, la MONUC ha tuttavia di nuovo
smentito.
Nuova Zelanda Si sono chiusi i seggi (alle 19 locali, le
7 in Italia) con una partecipazione record di votanti, nelle elezioni parlamentari
di importanza cruciale in Nuova Zelanda. La commissione elettorale riferisce che l'affluenza
alle urne nei 2500 seggi istituiti in scuole, chiese e centri comunitari, sta registrando
livelli eccezionali nel Paese, che conta 4,1 milioni di abitanti, nel quale il voto
non è obbligatorio e dove tradizionalmente i giovani e i maori risultano fra i più
apatici. Si dà per scontato che, nel complesso sistema proporzionale misto, nessuno
dei due partiti maggiori - i laburisti del premier Helen Clark che chiede un quarto
mandato, e i nazionali del giovane ex banchiere di investimenti, John Key - raggiungerà
la maggioranza assoluta nel parlamento monocamerale di 120 seggi. Entrambi sono già
impegnati a trattare con i partiti minori della loro area politica.
Maltempo
nei Caraibi Un nuovo uragano, battezzato dai meteorologi "Palomà", formatosi
nel Mar dei Caraibi è divenuto “estremamente pericoloso” ed è passato a categoria
4. Lo ha comunicato il Centro nazionale degli uragani a Miami, in Florida.
Cina Centinaia
di persone si sono scontrate con la polizia a Shenzhen, la metropoli industriale nella
Cina del sud, per protestare contro la morte di un giovane schiantatosi col suo motorino
contro un palo mentre cercava di sfuggire ad un controllo. Le violenze sono scoppiate
nel pomeriggio di ieri in una zona centrale della metropoli e, secondo l'agenzia ufficiale
Nuova Cina, si sono prolungante per tutta la notte. I manifestanti hanno assediato
un commissariato, scagliato pietre contro gli agenti e dato alle fiamme almeno un'auto
della polizia. Ad innescare gli scontri è stata la morte di Li Guochao, 31 anni, fermato
ad un posto di blocco mentre guidava un motorino senza targa, atto proibito ma frequente
nella Cina meridionale. Il giovane ha cercato di darsi alla fuga e uno dei poliziotti
che lo avevano fermato gli ha scagliato contro un walkie talkie, colpendolo
in testa e provocando l'incidente mortale. Circa 30 persone, in gran parte familiari
della vittima, hanno dato inizio alla protesta, accusando la polizia per la morte
del giovane e chiedendo un indennizzo di quasi 70 mila euro. La folla è cresciuta
fino a diventare di oltre duemila persone.
Thailandia Le autorità
britanniche hanno ordinato il blocco dei visti dell'ex primo ministro thailandese
in esilio a Londra, Thaksin Shinawatra, e della moglie Pojaman. Lo ha riferito all'AFP
una responsabile aeroportuale. Secondo la fonte, che ha scelto di restare anonima,
l'ambasciata britannica a Bangkok ha avvertito tutte le compagnie aeree di non accettare
di imbarcare Thaksin e la moglie, ricercati dalle autorità thailandesi. Thaksin il
21 ottobre scorso è stato condannato a due anni di carcere dalla Corte suprema thailandese
per aver violato la legge sul conflitto di interessi durante il suo mandato. Sulla
moglie Pojaman pende invece una condanna a tre anni per frode fiscale. (Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza) Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LII no. 313 E' possibile
ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino
del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.