Benedetto XVI su Papa Pacelli: un eccezionale dono del Signore alla sua Chiesa
Benedetto XVI ha ricordato oggi il grande pontificato di Pio XII ricevendo i partecipanti
al Convegno promosso dalle Università Lateranense e Gregoriana sul tema dell’eredità
del magistero di Papa Pacelli, a 50 anni dalla sua morte, e sul suo influsso sul Concilio
Vaticano II. Il servizio di Sergio Centofanti.
Il Papa ha
sottolineato che “negli ultimi anni, quando si è parlato di Pio XII, l’attenzione
si è concentrata in modo eccessivo su una sola problematica, trattata per di più in
maniera piuttosto unilaterale” e questo “a parte ogni altra considerazione” – ha precisato
– “ha impedito un approccio adeguato ad una figura di grande spessore storico-teologico”
qual è quella di Papa Pacelli. Benedetto XVI ha detto che il magistero di Pio XII
si caratterizza “per la vasta e benefica ampiezza, come anche per la sua eccezionale
qualità”: più di 40 Encicliche, innumerevoli discorsi, documenti, omelie e radiomessaggi
in cui ha affrontato, in quasi 20 anni di pontificato, i temi più vari. Tra le Encicliche
ha citato in particolare la “Mystici Corporis” sulla natura della Chiesa e la “Miranda
prorsus” sulla “grande importanza dei moderni mezzi di comunicazione, che in modo
sempre più incisivo andavano influenzando l’opinione pubblica”:
“Proprio
per questo il Sommo Pontefice, che valorizzò al massimo la nuova invenzione della
Radio, sottolineava il dovere dei giornalisti di fornire informazioni veritiere e
rispettose delle norme morali”. “Anche
alle scienze e agli straordinari progressi da esse compiuti Pio XII rivolse la sua
attenzione. Pur ammirando le conquiste raggiunte in tali campi” non mancò “di mettere
in guardia dai rischi che una ricerca non attenta ai valori morali poteva comportare”:
“Basti
un solo esempio: restò famoso il discorso da lui pronunciato sulla raggiunta scissione
degli atomi; con straordinaria lungimiranza, però, il Papa ammoniva circa la necessità
di impedire ad ogni costo che questi geniali progressi scientifici venissero utilizzati
per la costruzione di armi micidiali che avrebbero potuto provocare catastrofi immani
e perfino la totale distruzione dell'umanità”. Celebri
poi gli interventi sociali di Pio XII sulla necessità di costruire società fondate
sulla giustizia per avere un mondo pacificato. Benedetto XVI ricorda quindi il dogma
dell'Assunzione con cui Papa Pacelli “intendeva sottolineare la dimensione escatologica
della nostra esistenza ed esaltare altresì la dignità della donna”. Pio XII “scriveva
con la massima cura ogni discorso, soppesando ogni frase ed ogni parola prima di pronunciarla
in pubblico” ed “era contrario alle improvvisazioni”. Questo il suo carattere:
“Per
natura ed indole Pio XII era un uomo misurato e realista, alieno da facili ottimismi,
ma era altresì immune dal pericolo di quel pessimismo che non si addice ad un credente.
Aborriva le sterili polemiche ed era profondamente diffidente nei confronti del fanatismo
e del sentimentalismo”. Era un
uomo di “un’intelligenza non comune” con “una memoria di ferro, una singolare dimestichezza
con le lingue straniere ed una notevole sensibilità”. Fine diplomatico, eminente giurista
e ottimo teologo. Ma soprattutto aveva “la ferma volontà di donare se stesso a Dio
senza risparmio e senza riguardo per la sua salute cagionevole”:
“Tutto
nasceva dall’amore per il suo Signore Gesù Cristo e dall’amore per la Chiesa e per
l’umanità. Egli infatti era innanzitutto il sacerdote in costante ed intima unione
con Dio, il sacerdote che trovava la forza per il suo immane lavoro in lunghe soste
di preghiera davanti al Santissimo Sacramento, in colloquio silenzioso con il suo
Creatore e Redentore. Da lì traeva origine e slancio il suo magistero, come d’altronde
ogni altra sua attività”. “Sono
ormai trascorsi cinquant’anni dalla sua morte – ha affermato Benedetto XVI - ma il
suo poliedrico e fecondo magistero resta anche per i cristiani di oggi di un valore
inestimabile”:
“Certamente la Chiesa, Corpo Mistico
di Cristo, è un organismo vivo e vitale, non arroccato immobilmente su ciò che era
cinquant’anni fa. Ma lo sviluppo avviene nella coerenza. Per questo l’eredità del
magistero di Pio XII è stata raccolta dal Concilio Vaticano II e riproposta alle generazioni
cristiane successive. E’ noto che negli interventi orali e scritti presentati dai
Padri del Concilio Vaticano II si riscontrano ben più di mille riferimenti al magistero
di Pio XII. Non tutti i documenti del Concilio hanno un apparato di Note, ma in quei
documenti che lo hanno, il nome di Pio XII ricorre oltre duecento volte. Ciò vuol
dire che, fatta eccezione per la Sacra Scrittura, questo Papa è la fonte autorevole
più frequentemente citata”. “Possiamo
dunque ben dire – ha concluso il Papa - che, nella persona del Sommo Pontefice Pio
XII, il Signore ha fatto alla sua Chiesa un eccezionale dono, per il quale noi tutti
dobbiamo esserGli grati”.