Rispetto della dignità umana e delle minoranze nella Dichiarazione finale del Seminario
organizzato dal Forum cattolico musulmano
Il valore della vita, l’impegno contro il terrorismo ed il rispetto delle minoranze.
Sono questi alcuni dei temi al centro della Dichiarazione conclusiva presentata ieri
pomeriggio al termine del primo Seminario organizzato a Roma dal Forum cattolico musulmano.
In precedenza, i partecipanti al Seminario - rappresentanti cattolici e musulmani
- erano stati ricevuti da Benedetto XVI che ha esortato leader politici e religiosi
ad assicurare la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, in particolare della libertà
di religione. Un diritto, questo, sottolineato anche nella Dichiarazione finale resa
nota nella sede della Pontificia Università Gregoriana, dove c'era per noi Amedeo
Lomonaco:
La Dichiarazione
finale poggia su un pilastro imprescindibile: “Dio è amore”. Per i cristiani, “la
fonte e l’esempio dell’amore di Dio e del prossimo è l’amore di Dio per suo Padre,
per l’umanità e per ogni persona”. Per i musulmani, l’amore è una forza trascendente
ed imperitura, che guida e trasforma il rispetto umano reciproco. L’amore è il compimento
di una conoscenza basata su un dialogo autentico. Un principio, questo, che orienta
anche il dialogo tra cristiani e musulmani come sottolinea il cardinale
Jean-Louis Touran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso:
"Durante
questi giorni il dialogo ha fatto grandi progressi, senza confusione ma con grande
lealtà. Quando uno fa lo sforzo di conoscere e di ascoltare l’altro, è possibile andare
al di là del consenso. E’ possibile dialogare, riconoscersi ed amarsi".
L’amore
autentico del prossimo implica “il rispetto della persona delle sue scelte in questioni
di coscienza e di religione”. Ed include il diritto di individui e comunità a praticare
la propria religione in privato e in pubblico. Le minoranze religiose hanno il diritto
di essere rispettate: le loro figure e i loro simboli fondanti considerati sacri non
dovrebbero subire alcuna forma di scherno o di derisione. Nessuna religione - si legge
poi nel documento - dovrebbe essere esclusa dalla società: tutti possono contribuire
al bene della collettività. Tutti sono chiamati a rispettare l’altro, come ricorda
l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako:
"Abbiamo
fatto questa Dichiarazione, che è ottima. Ci vuole pazienza, aiuto. Accettare l’altro,
rispettare l’altro come è e come vuole essere, vuol dire anche non imporre la nostra
mentalità, i nostri concetti e anche la religione: questo ci aiuterà tanto". Nella
Dichiarazione finale, si afferma anche che la vita umana, “dono preziosissimo di Dio
ad ogni persona”, dovrebbe essere sempre preservata. Cattolici e musulmani - si legge
poi nel testo - sono chiamati ad essere strumenti di amore e di armonia tra i credenti
e per tutta l’umanità, rinunciando a qualsiasi oppressione, violenza aggressiva e
atti terroristici, in particolare quelli perpetrati in nome della religione. Una strada
di armonia, questa, da imboccare facendo riferimento anche ai frutti del Seminario.
E’ quanto sottolinea Yahya Pallavicini, vicepresidente della
Comunità religiosa islamica italiana.
"Abbiamo vissuto un’esperienza
straordinaria, soprattutto per quanto riguarda la schiettezza, l’onestà intellettuale,
la profondità delle sensibilità e delle competenze dottrinali. Abbiamo fatto esperienza
della grande generosità di ospitalità da parte vaticana e della chiarezza di una nuova
responsabilità. Da credenti, dobbiamo dare priorità a questa dimensione di amore per
Dio, che è il nostro comune Signore. Il mezzo migliore per poterci avvicinare a questa
conoscenza di Colui che ci dà l’amore, che è amore e che è Dio, è proprio quello di
passare tramite la conoscenza e il rispetto del prossimo. E' anche un’ascesi, una
possibilità di rispettare, conoscere e amare l’altro, per poi riuscire anche a riconoscere
la presenza di Dio nell’altro e in se stessi".
Il primo Seminario organizzato
dal Forum cattolico musulmano è stato dedicato al tema “Amore di Dio; amore del prossimo”.
I partecipanti sono stati ricevuti ieri in udienza dal Papa. Il Santo Padre ha affermato
che cristiani e musulmani devono agire insieme per difendere e promuovere valori morali.
“Il nome di Dio - ha aggiunto il Pontefice - può essere solo un nome di pace e fraternità,
giustizia e amore”. Il Forum è stato istituito dal Pontificio Consiglio per il Dialogo
interreligioso e da esponenti islamici in seguito alla lettera indirizzata il 13 ottobre
del 2007 al Papa da 138 personalità musulmane e alla risposta del 19 novembre 2007,
a nome del Santo Padre, del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. In quest’ultimo
documento, il Papa riafferma l’importanza del dialogo basato sul rispetto effettivo
della dignità della persona, sull’oggettiva conoscenza della religione dell’altro
e sulla condivisione dell’esperienza religiosa.