Le omelie di Benedetto XVI in un libro curato dal vaticanista Sandro Magister
“Le omelie liturgiche sono una vetta del Pontificato di Benedetto XVI. La meno frequentata
e conosciuta”. E’ quanto scrive Sandro Magister, vaticanista dell’Espresso, nella
prefazione al libro “Omelie. L'anno liturgico narrato da Joseph Ratzinger, Papa” in
libreria da oggi. Un volume curato dallo stesso Magister per la collana "Libri Scheiwiller"
che presenta al lettore una parte imprescindibile del Magistero del Santo Padre. Alla
presentazione, ieri sera a Roma, è intervenuto anche il cardinale Camillo Ruini, vicario
generale emerito della diocesi di Roma. C’era per noi Benedetta Capelli:
Una traccia
nascosta, un tesoro pronto per essere scoperto e offerto. Sono le omelie di Benedetto
XVI raccolte nel libro “Omelie. L’anno liturgico narrato da Joseph Ratzinger, Papa”.
Ventisette interventi del Santo Padre, preceduti da passi delle Sacre Scritture, mentre
in appendice del libro sono presenti anche alcuni discorsi pronunciati all’Angelus.
E’ sulle omelie che si concentra l’attenzione del curatore Sandro Magister
che così le definisce: “Sono parole che diventano realtà.
Benedetto XVI è del tutto consapevole di essere il grande liturgo che, proclamando
la Parola di Dio e commentandola, la rende realtà”. Una
realtà dunque che fa da “ponte” tra “le due mense” quella della Parola e del Pane.
Omelie che per il vaticanista sono quanto di più “genuino” esca dalla mente di Benedetto
XVI perché inconfondibilmente sue e personali. Ma qual è il filo conduttore che le
lega? Ancora Sandro Magister:
“Si
vede come Benedetto XVI sia una sorta di grande mistagogo, è l’introduttore nel mistero,
è la guida a penetrare nel mistero cristiano che non è un’idea, una dottrina, è una
storia. E’ una vicenda che abbraccia il divino e l’umano, l’eterno e il tempo, in
cui anche il tempo normale salta e diventa tutto attuale. Ciò che è avvenuto nel passato,
diventa oggi. Questo è l’elemento essenziale dell’omelia. Benedetto XVI mette in luce
il grande racconto, un racconto continuato”. Semplicità e sostanza
sono i termini usati dal cardinale Camillo Ruini per raccontare
le omelie del Papa sottolineandone la chiarezza, il rigore e la forza comunicativa.
Ha ribadito poi come Benedetto XVI sia sotto ogni profilo straordinariamente “orientato
verso il ministero dell’omelia”:
“Le omelie sono
un’espressione della teologia del Santo Padre, della sua capacità di catecheta ma
soprattutto sono un lato specifico perché le omelie sono parte della liturgia e, come
sappiamo, l’attuale Pontefice è un grande innamorato della liturgia, un cultore anche
della liturgia, nel suo significato più profondo. Inoltre, c’è da dire che quello
che egli dice negli interventi magisteriali lo mette in pratica nelle omelie”. E
il porporato non ha mancato di sottolineare come il Papa nelle sue omelie riesca ad
“unire esegesi e teologia” guidato da “un pensiero essenzialmente storico” non disgiunto
dall’oggi in “un interscambio profondo con le grandi problematiche del tempo che stiamo
vivendo di cui coglie – ha aggiunto - il senso, le origini e i dinamismi”.
Pertanto
questa raccolta è senz’altro utile per rinnovare le omelie dei sacerdoti, ma come
ribadisce Sandro Magister è diretta all’umanità: “E’
vero che l’omelia di per sé è un atto liturgico all’interno della comunità cristiana
ma nello stesso tempo è anche il riflesso di che cosa è la Chiesa. Nei primissimi
secoli cristiani, i pagani colti riconoscevano i cristiani dal loro celebrare quindi
l’omelia è un riflesso davanti al mondo intero di che cosa è la Chiesa”.