L'arcivescovo di Firenze ricorda La Pira “profeta e costruttore di pace”
Quella di Giorgio la Pira è una “straordinaria figura di cristiano”: egli fu “terziario
domenicano fedelissimo alla sua consacrazione, sindaco di Firenze, profeta e costruttore
di pace e di unità tra i popoli, figura eccelsa di santità in questa Chiesa”. Così
mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha definito La Pira nel giorno del
31° anniversario della sua morte, celebrato – riferisce la Misna - a Firenze nella
basilica di San Marco. “Un discepolo del Signore” ha continuato il presule nell’omelia,
che rappresenta “il titolo più alto cui un cristiano può e deve aspirare”. Un modello
per i laici soprattutto, ai quali è chiesto di annunciare il Vangelo ‘ubi Christus
non est nominatus’, e di ‘essere laici che si distinguono per una professionalità
rigorosa”. Nel suo impegno sullo scenario politico italiano – ricorda ancora mons.
Betori – la Pira si richiamava spesso al discorso di Gesù nella sinagoga di Nazaret,
dove il Signore indica come “il cammino della storia, sotto il segno vivificante e
orientatore dello Spirito Santo, di Cristo Risorto, della Chiesa”, avrà, come suo
punto terminale “la Terra promessa” e dunque la pace, l’unità e la promozione e liberazione
dall’oppressione per tutti i popoli della terra. “Questo è il vero programma politico
di La Pira: - ha concluso l’arcivescovo di Firenze - essere promotore di unità e di
pace nel nome del Vangelo”. (C.D.L.)