2008-11-06 15:37:40

Inaugurato l’Anno Accademico dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia


“Nel contesto socio-culturale del nostro tempo, nessuno può esimersi dal portare il suo contributo ragionevole e credibile alla vera concezione del matrimonio e della famiglia, radicati nel nucleo più intimo della verità sull’uomo e sul suo destino. L’Istituto Giovanni Paolo II lo fa con gli strumenti che gli sono propri: la ricerca, lo studio, l’indagine appassionata sul matrimonio e la famiglia e sul valore insindacabile della vita umana dal concepimento alla morte naturale”. Così il card. Agostino Vallini, Vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha inaugurato ieri l’Anno Accademico del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi su Matrimonio e Famiglia. Una realtà a carattere internazionale, con studenti e docenti provenienti dai cinque continenti, che, con l'aiuto delle varie scienze umane, offre un contributo di riflessione filosofica, teologica e pastorale, sulla verità circa la persona, il matrimonio e la famiglia. Una missione ricordata durante la cerimonia dal preside dell’Istituto, mons. Livio Melina, che ha sottolineato come siano necessari “creatività e rigore scientifico” “proseguire il lavoro di ricerca e di formazione mostrando la grandezza e la bellezza del “mistero nuziale”, nel quale si esprime la vocazione dell’uomo e della donna ad essere immagine e somiglianza del Dio creatore”. Momento centrale della cerimonia è stata infine la prolusione affidata a mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, sul tema: “Come vite feconda e virgulti di ulivo. Spunti di teologia biblica matrimoniale e familiare”. Citando alcuni testi biblici mons. Ravasi ha messo in evidenza la grandezza e la bellezza della vocazione della famiglia, secondo la quale – ha detto - “la famiglia non è una monade chiusa, ma è aperta all’intera società” e nella relazione di amore che la fonda, “la persona non perde la propria identità nella donazione all’altro ma ha proprio bisogno di quest’altro per trovare se stessa”. Citando l’autore francese François Mauriac, Mons. Ravasi ha concluso indicando come nella famiglia incontriamo “il più bello dei miracoli benché sia anche il più comune”. (C.D.L.)







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