Il cardinale Bertone: propaganda sovietica la leggenda nera su Pio XII
La polemica sul cosiddetto silenzio di Pio XII, imputato di insensibilità o addirittura
di connivenza di fronte alla Shoah, oltre ad essere oltraggiosa, è strumentale e priva
di qualsiasi fondamento storico: lo ha ribadito stamani il cardinale segretario di
Stato Tarcisio Bertone durante un Convegno a Roma, presso l’Università Gregoriana,
per il 50.mo anniversario della morte di Papa Pacelli. Il servizio di Sergio Centofanti.
Il cardinale
Bertone ha ricordato che le accuse contro Pio XII furono avanzate dalla propaganda
sovietica, e dai suoi alleati, parecchi anni dopo la sua morte, durante gli anni della
guerra fredda. Si voleva diffondere, per scopi politici, l’immagine di Pio XII come
“Papa di Hitler” o come “cappellano dell’occidente”, succube degli americani. Ha quindi
denunciato che i tanti documenti accessibili da tempo ormai negli Archivi vaticani
e che dimostrano, carte alla mano, l’assurdità di quelle accuse sono paradossalmente
trascurati: “evidentemente – ha sottolineato – a molti la storia importa soltanto
se può essere usata come un’arma”. Il cardinale Bertone ha riportato in modo dettagliato
tutti gli interventi e le dichiarazioni di Pio XII a favore degli ebrei sin da quando
era nunzio in Germania e poi come segretario di Stato. “Come diplomatico di Benedetto
XV, Pacelli si adoperò per fare condannare già nel 1915 violenze antisemite esplose
in Polonia, mentre negli anni Trenta, come segretario di Stato di Pio XI, fece cessare
la propaganda radiofonica antiebraica di un prete cattolico statunitense, Charles
Coughlin”. Poi “tra l’autunno del 1939 e la primavera del 1940 il Pontefice appoggiò,
con una scelta senza precedenti, il tentativo, presto abortito, di alcuni circoli
militari tedeschi in contatto con i britannici di rovesciare il regime hitleriano.
E dopo l’attacco tedesco all’Unione Sovietica Pio XII rifiutò di schierarsi e di schierare
la Chiesa cattolica con quella che veniva presentata come una crociata contro il comunismo
e, anzi, si adoperò per superare le opposizioni di molti cattolici statunitensi all’alleanza
con i sovietici, anche se il giudizio sul comunismo del Pontefice e dei suoi più stretti
collaboratori restò sempre radicalmente negativo”.
Il
cardinale Bertone cita un articolo di Albert Einstein nel 1940 sul “Time”: “Soltanto
la Chiesa – scriveva lo scienziato - ha osato opporsi alla campagna di Hitler di sopprimere
la verità. Non ho mai avuto uno speciale interesse verso la Chiesa prima, ma ora sento
un grande affetto e ammirazione perché solo la Chiesa ha avuto il coraggio e la forza
costante di stare dalla parte della verità intellettuale e della libertà morale”.
“Da parte sua il domenicano Yves Congar, poi cardinale, riferisce nel suo diario conciliare
le confidenze d’un testimone del tempo, il confratello Rosaire Gagnebet. Dopo la strage
delle Fosse Ardeatine il Papa s’interrogò ‘con angoscia’ se denunciarla: “Ma tutti
i conventi, tutte le case religiose di Roma erano piene di rifugiati: comunisti, ebrei,
democratici e antifascisti, ex generali, ecc. Pio XII aveva sospeso la clausura. Se
Pio XII avesse protestato pubblicamente e solennemente, ci sarebbe stata una perquisizione
in queste case e sarebbe stato catastrofico”. Così il Pontefice scelse la protesta
diplomatica”.
“L’opera di soccorso disposta da Pio
XII verso i perseguitati – tra questi moltissimi ebrei, a Roma, in Italia e in diversi
altri Paesi – ha affermato il cardinale Bertone - fu immensa ed è sempre più documentata,
anche da parte di autorevoli storici e intellettuali che certo non sono difensori
d’ufficio del papato … Fatti e documenti stanno lentamente riemergendo da questo passato
che non passa. Questa documentazione rende giustizia a quanto Papa Pacelli e la sua
Chiesa hanno fatto di fronte alla criminale persecuzione degli ebrei e imporrebbe
di riscrivere innumerevoli libri di storia e di relegare nell’oblio la leggenda diffamatoria
di un Pontefice filonazista”. “Che si trattasse di una campagna orchestrata lo aveva
denunciato in Italia Giovanni Spadolini già nel 1965, quando lo storico parlò di ‘sistematici
attacchi del mondo comunista che non mancavano di trovare qualche complicità o qualche
condiscendenza anche nei cuori cattolici – o almeno in certi cattolici non ignoti
neppure all’Italia’”. Tuttavia, oggi - ha precisato il segretario di Stato - il dibattito
sulla figura di Pio XII "si sta facendo da qualche tempo più sereno ed equilibrato
nel riconoscere la rilevanza e la grandezza del suo pontificato".
Infine
il porporato, riguardo alla causa di beatificazione e canonizzazione di Papa Pacelli
avviata nel 1965 ha sottolineato che si tratta di “un fatto religioso che esige di
essere rispettato da tutti e che nella sua specificità è di esclusiva competenza della
Santa Sede”, ricordando il recente invito di Benedetto XVI a pregare perché la causa
"prosegua felicemente”.