2008-11-06 15:20:37

Giornata internazionale contro lo sfruttamento dell'ambiente durante i conflitti


Si celebra oggi la “Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di guerra e di conflitto armato”. Dai Balcani all’Afghanistan, dal Libano al Sudan, le Nazioni Unite stanno studiando gli impatti sull’ambiente causati dai conflitti mondiali. “I danni al territorio e il crollo delle istituzioni stanno minacciando la sicurezza e la salute umana”. E’ quanto sottolinea, nel suo messaggio, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon. Al microfono di Federica Andolfi, la riflessione di Sergio Marelli, presidente dell’associazione delle ONG italiane, sul significato della giornata:RealAudioMP3

R. – Sicuramente è l’occasione per richiamare l'attenzione su una situazione che se non sarà oggetto di politiche più responsabili, condurrà ad un futuro di insostenibilità ed invivibilità per tutti.
 
D. – Qual è il contenuto e che tipo di strumento legislativo rappresenta il primo protocollo della convenzione di Ginevra, relativo allo sfruttamento ambientale?
 
R. – Come tutte le convenzioni internazionali, penso che debbano restare dei pilastri vincolanti per tutti coloro i quali sono chiamati a prendere delle decisioni e ad assumere delle politiche che, appunto, tengano conto che le risorse naturali sono un bene comune, debbano essere utilizzate con parsimonia, senza sacrificare all’interesse immediato la possibilità di poterne godere anche in futuro.
 
D. – L’utilizzo irrazionale del territorio cosa comporta in termini d’impatto ambientale?
 
R. – Penso che sia la chiave con la quale individuare poi delle soluzioni concrete. Per questo noi continuiamo a sostenere l’incentivazione di quelle piccole aziende molto spesso a dimensione familiare: se adeguatamente sostenute, penso che siano un primo grande baluardo per non consegnare questi territori al degrado.
 
D. – Quali conseguenze subiscono le popolazioni locali?
 
R. – Lo sfruttamento indiscriminato delle risorse, che spesso peraltro avviene addirittura con l’aggravante della violazione dei diritti umani delle popolazioni che vivono in questi territori. Questa logica del profitto è anche disponibile, in molti casi, a calpestare la dignità della vita delle persone.
 
D. – I proventi ottenuti sfruttando le risorse naturali sono serviti in alcuni casi a finanziare la guerra?
 
R. – L’accaparramento dei giacimenti e delle miniere e delle risorse naturali sono quasi sempre le cause stesse o la causa principale di molti conflitti. Ancora oggi stiamo drammaticamente assistendo a questo rigurgito della logica della guerra nelle regioni dei Grandi Laghi, in particolare nella regione di Goma, nella Repubblica democratica del Congo. Ciò dimostra che, alla fine, pur mascherate da guerre per ragioni tribali e motivi etnici sono delle guerre che servono per accaparrarsi proprio questi enormi tesori che sono nei sottosuoli, costituiti dalle risorse minerarie, dalle risorse petrolifere e dalle risorse energetiche.







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