2008-11-06 13:33:49

Cristiani e musulmani costruiscano un futuro di pace nel rispetto dei diritti dell’uomo: così, il Papa al Forum cattolico-islamico


Il nome di Dio è un nome di pace e amore, mai la violenza può essere giustificata in suo nome: è quanto ribadito, con forza, da Benedetto XVI nel discorso di stamani, in Vaticano, ai partecipanti al primo Seminario del Forum cattolico-musulmano. L’organismo, lo ricordiamo, è stato istituito dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e da esponenti musulmani a seguito della Lettera indirizzata al Papa ed altri capi di Chiese e Comunità cristiane da 138 personalità musulmane, nell’ottobre 2007. Il Pontefice ha invitato cristiani e musulmani a lavorare per superare pregiudizi e incomprensioni ed ha esortato i leader politici e religiosi ad assicurare la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, in particolare della libertà di religione. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Cristiani e musulmani “devono lavorare assieme per promuovere un genuino rispetto della dignità della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, anche se le nostre visioni antropologiche e teologiche” manifestano questo in modo differente: è l’esortazione di Benedetto XVI che, parlando ai partecipanti al Seminario promosso dal Forum cattolico-islamico ha sottolineato che “c’è un vasto campo in cui si può agire in modo concorde nella difesa e nella promozione dei valori morali che fanno parte del nostro comune patrimonio”:

 
Only by starting with the recognition…
“Solo iniziando a riconoscere la centralità della persona e la dignità di ogni essere umano – ha aggiunto - rispettando e difendendo la vita che è dono di Dio, ed è sacra per cristiani e musulmani, solo sulla base di questo riconoscimento, possiamo trovare un terreno comune per costruire un mondo più fraterno.” Un mondo, ha rilevato, “in cui il confronto e le differenze sono affrontate in modo pacifico e il devastante potere delle ideologie viene neutralizzato”:

 
My hope, once again, is that these fundamental…
“Ancora una volta – ha affermato il Papa – la mia speranza è che questi diritti umani fondamentali siano protetti da ognuno e in ogni luogo”. Quindi, ha ricordato ai “leader politici e religiosi” che hanno “il dovere di assicurare il libero esercizio di tali diritti nel pieno rispetto della libertà di coscienza e di religione di ognuno”. Il Papa definisce “atti inaccettabili e ingiustificabili” “la discriminazione e la violenza che ancora oggi persone religiose sperimentano in aree del mondo e le violente persecuzioni a cui sono soggette”. Tutto ciò, è stato il suo vibrante richiamo, “è ancor più grave e deplorevole quando viene fatto nel nome di Dio”:

 
God’s name can only be a name of peace…
“Il nome di Dio – ha ricordato – può essere solo un nome di pace e fraternità, giustizia e amore”. “Noi – è stato il suo appello – siamo chiamati a dimostrare, con le nostre parole e ancor più con le nostre azioni che il messaggio delle nostre religioni è instancabilmente un messaggio di armonia e di mutua comprensione”. Un compito “essenziale” ribadisce il Papa, pena “l’indebolimento della credibilità e dell’effettività non solo del dialogo” tra cattolici e musulmani “ma delle religioni stesse”. Il Papa spera che iniziative come il Forum creino maggiori spazi per il dialogo al fine di “superare incomprensioni e disaccordi”.

 
Let us resolve to overcome past prejudices…
“Lavoriamo per superare i pregiudizi del passato – è l’esortazione del Papa – e correggere le immagini spesso distorte l’uno dell’altro che anche oggi creano così tante difficoltà nelle nostre relazioni, lavoriamo per educare tutti e specialmente i giovani a costruire un futuro comune”. Il Pontefice non ha mancato di sottolineare il valore del Seminario soprattutto se farà in modo che “le riflessioni e i positivi sviluppi che emergono dal dialogo tra cristiani e musulmani non siano limitati ad un gruppo di esperti e studiosi”, ma messi al servizio di tutti e portino frutti nella vita quotidiana. Il Papa si è soffermato sul tema del seminario incentrato sull’“Amore di Dio, amore del prossimo” rilevando che, pur avendo “approcci differenti” riguardo a Dio, “tutti dobbiamo mostrare, con mutuo rispetto e solidarietà, che ci consideriamo membri di un’unica famiglia”, creata ed amata da Dio. Il Papa si è particolarmente compiaciuto per l’adozione da parte del Seminario di una posizione comune sul bisogno di adorare Dio ed amare “disinteressatamente” i nostri fratelli, “specie quanti sono nel bisogno”.







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