Cristiani e musulmani costruiscano un futuro di pace nel rispetto dei diritti dell’uomo:
così, il Papa al Forum cattolico-islamico
Il nome di Dio è un nome di pace e amore, mai la violenza può essere giustificata
in suo nome: è quanto ribadito, con forza, da Benedetto XVI nel discorso di stamani,
in Vaticano, ai partecipanti al primo Seminario del Forum cattolico-musulmano. L’organismo,
lo ricordiamo, è stato istituito dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso
e da esponenti musulmani a seguito della Lettera indirizzata al Papa ed altri capi
di Chiese e Comunità cristiane da 138 personalità musulmane, nell’ottobre 2007. Il
Pontefice ha invitato cristiani e musulmani a lavorare per superare pregiudizi e incomprensioni
ed ha esortato i leader politici e religiosi ad assicurare la tutela dei diritti fondamentali
dell’uomo, in particolare della libertà di religione. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Cristiani
e musulmani “devono lavorare assieme per promuovere un genuino rispetto della dignità
della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, anche se le nostre visioni antropologiche
e teologiche” manifestano questo in modo differente: è l’esortazione di Benedetto
XVI che, parlando ai partecipanti al Seminario promosso dal Forum cattolico-islamico
ha sottolineato che “c’è un vasto campo in cui si può agire in modo concorde nella
difesa e nella promozione dei valori morali che fanno parte del nostro comune patrimonio”:
Only by starting with the recognition… “Solo
iniziando a riconoscere la centralità della persona e la dignità di ogni essere umano
– ha aggiunto - rispettando e difendendo la vita che è dono di Dio, ed è sacra per
cristiani e musulmani, solo sulla base di questo riconoscimento, possiamo trovare
un terreno comune per costruire un mondo più fraterno.” Un mondo, ha rilevato, “in
cui il confronto e le differenze sono affrontate in modo pacifico e il devastante
potere delle ideologie viene neutralizzato”:
My
hope, once again, is that these fundamental… “Ancora una volta – ha
affermato il Papa – la mia speranza è che questi diritti umani fondamentali siano
protetti da ognuno e in ogni luogo”. Quindi, ha ricordato ai “leader politici e religiosi”
che hanno “il dovere di assicurare il libero esercizio di tali diritti nel pieno rispetto
della libertà di coscienza e di religione di ognuno”. Il Papa definisce “atti inaccettabili
e ingiustificabili” “la discriminazione e la violenza che ancora oggi persone religiose
sperimentano in aree del mondo e le violente persecuzioni a cui sono soggette”. Tutto
ciò, è stato il suo vibrante richiamo, “è ancor più grave e deplorevole quando viene
fatto nel nome di Dio”:
God’s name can only be
a name of peace… “Il nome di Dio – ha ricordato – può essere solo un
nome di pace e fraternità, giustizia e amore”. “Noi – è stato il suo appello – siamo
chiamati a dimostrare, con le nostre parole e ancor più con le nostre azioni che il
messaggio delle nostre religioni è instancabilmente un messaggio di armonia e di mutua
comprensione”. Un compito “essenziale” ribadisce il Papa, pena “l’indebolimento della
credibilità e dell’effettività non solo del dialogo” tra cattolici e musulmani “ma
delle religioni stesse”. Il Papa spera che iniziative come il Forum creino maggiori
spazi per il dialogo al fine di “superare incomprensioni e disaccordi”.
Let
us resolve to overcome past prejudices… “Lavoriamo per superare i pregiudizi
del passato – è l’esortazione del Papa – e correggere le immagini spesso distorte
l’uno dell’altro che anche oggi creano così tante difficoltà nelle nostre relazioni,
lavoriamo per educare tutti e specialmente i giovani a costruire un futuro comune”.
Il Pontefice non ha mancato di sottolineare il valore del Seminario soprattutto se
farà in modo che “le riflessioni e i positivi sviluppi che emergono dal dialogo tra
cristiani e musulmani non siano limitati ad un gruppo di esperti e studiosi”, ma messi
al servizio di tutti e portino frutti nella vita quotidiana. Il Papa si è soffermato
sul tema del seminario incentrato sull’“Amore di Dio, amore del prossimo” rilevando
che, pur avendo “approcci differenti” riguardo a Dio, “tutti dobbiamo mostrare, con
mutuo rispetto e solidarietà, che ci consideriamo membri di un’unica famiglia”, creata
ed amata da Dio. Il Papa si è particolarmente compiaciuto per l’adozione da parte
del Seminario di una posizione comune sul bisogno di adorare Dio ed amare “disinteressatamente”
i nostri fratelli, “specie quanti sono nel bisogno”.