Messa celebrata alla frontiera tra Messico e USA in memoria delle vittime dell'immigrazione
Accompagnati da parrocchiani e sacerdoti, i vescovi di entrambi i lati della frontiera
tra Messico e Stati Uniti, hanno celebrato a Città Juárez, nello spazio confinante
tra Nuevo Casas Grandes, El Paso y Nuevo México, una Santa Messa in suffragio dei
337 clandestini che sono morti nella regione durante questo anno, nel tentativo di
raggiungere gli Stati Uniti. La maggioranza di questi emigranti hanno perso la vita
nel deserto a causa della sete, del freddo o delle violenze subite nella loro marcia.
Sono già 13 anni che si celebra ogni anno questa Santa Messa in occasione della commemorazione
di tutti i Fedeli defunti. Al rito, celebrato il 2 novembre in due lingue, hanno partecipato
cinque vescovi e oltre 40 sacerdoti, vicino al confine che separa il Messico dagli
Stati Uniti. Per creare uno stesso, unico, altare, sono stati collocati dei tavoli
in entrambi i lati della frontiera. Nel lato statunitense hanno partecipato alla Santa
Messa centinaia di cattolici, i quali hanno collocato croci lungo la rete metallica
di confine, ed altrettanto è successo dal lato messicano. Il vescovo di Città Juárez
ha affermato che "le morti aumentano per la vigilanza sofisticata che applicano le
autorità statunitensi, come per gli ostacoli che obbligano gli emigranti ad utilizzare
altre strade più lontane e pericolose". Ha annunciato quindi che i vescovi del Messico
e degli Stati Uniti hanno elaborato una lettera pastorale sul tema dell’emigrazione
intitolata "Insieme durante il cammino della speranza, non siamo più stranieri", nella
quale affermano che "i migranti cercano una migliore qualità di vita per loro e per
le loro famiglie, per questo devono rischiare tutto nel tentativo di entrare in altri
Paesi, anche a rischio di trovare la morte”. Durante la Santa Messa, vescovi e sacerdoti,
hanno invitato i cattolici presenti ad impegnarsi per la giustizia, la dignità, i
valori e soprattutto per la vita degli uomini e delle donne che lasciano i loro Paesi
nella speranza di ricercare una vita migliore. (R.P.)