2008-11-04 11:52:05

Attesa oggi in Uruguay per il voto della Camera sulla depenalizzazione dell’aborto. In caso di "sì", il presidente Vázquez porrà il veto


I votanti sono 99, di cui 52 appartengono alla coalizione di centro-sinistra (Fronte ampio) che sostiene il Presidente, ma tre hanno già dichiarato che voteranno contro. Due partiti dell’opposizione, “Blanco” e Indipendente, hanno annunciato un voto contrario in blocco. Un terzo partito all’opposizione, “Colorado”, appare diviso: gran parte dei suoi parlamentari voteranno “no”, ma due hanno annunciato il loro “sì”. Con questi voti il progetto ha buone possibilità di essere approvato, quorum permettendo. Le polemiche e contrapposizioni come è ovvio sono state molto forti seppure sempre all’interno di una cornice di rispetto e dialogo. Ieri, i sostenitori dell’aborto ma anche i contrari, hanno organizzato le loro ultime manifestazioni di piazza. Da un lato il “Tavolo per il coordinamento nazionale pro-Vita” e dall’altra l’associazione “Donna e salute riproduttiva in Uruguay”. L’intenzione degli organizzatori era la medesima che ha animato il dibattito di questi mesi, soprattutto a partire dell’approvazione dell’aborto entro la 12.ma settimana da parte del Senato lo scorso 17 ottobre: far pesare sui parlamentari la mobilitazione sociale e dunque quella elettorale. I vescovi uruguayani da molto tempo, con gesti e documenti, sono in prima linea nella difesa della vita e della dignità della donna. Recentemente, presso il santuario della Madonna “de los Trenta y Tres”, la cui festa si celebra domenica prossima con il tradizionale pellegrinaggio nazionale, hanno concelebrato in difesa della vita. Precedentemente i vescovi (28 aprile), insieme con numerose associazione cattoliche, e tutte le altre confessioni cristiane uruguayane, in una lettera aperta al Presidente Tabaré Vázquez avevano proposto un insieme di misure “destinate a proteggere la vita e non ad eliminarla in nome di una pretesa libertà che non solo appare incostituzionale ma anche contraria a qualsiasi principio etico”. “Non è possibile tutelare la donna senza tutelare il figlio e ovviamente non si può difendere il figlio senza difendere la madre”, si legge nel documento. I firmatari propongono al posto della cosiddetta “legge per la salute riproduttiva” un'altra norma per “la protezione della donna incinta”. Fra le misure proposte la punizione “di coloro che promuovono l’aborto per accrescere il mercato dei loro prodotti abortivi”, mezzi, risorse e centri specializzati “per assistere la gravidanza e le donne”, una migliore legislazione “per quanto riguarda le adozione, comprese quelle a distanza”, e soprattutto il potenziamento con ogni mezzo adeguato “della cultura della vita”, per “aumentare la coscienza collettiva sull’importanza e natura ultima della vita umana, del suo valore e della sua trascendenza”. Mons. Carlos María Collazzi Irazábal, presidente della Conferenza episcopale dell’Uruguay, vescovo di Mercedes, qualche giorno fa ha precisato: "Nel Parlamento sono stati presentati vari progetti di legge. La discussione sulla difesa della dignità umana sta entrando nel vivo. Confidiamo che alcune di queste leggi non vengano approvate. Abbiamo fiducia nella parola che ha dato il presidente della Repubblica, assicurandoci che la legge di depenalizzazione dell'aborto non si farà. C'è un impegno pubblico manifestato dal capo dello Stato, il quale, nel caso dell'approvazione di una legge del genere, applicherà il suo veto presidenziale. E lo farà in qualità di medico, in qualità di professionista che ha compreso l'origine e il valore della vita di ogni essere umano”. (A cura di Luis Badilla)







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