"Amore di Dio, amore del prossimo" tema del Seminario organizzato dal Forum cattolico-musulmano
a Roma con esperti delle due religioni
“Amore di Dio, amore del prossimo”: è il titolo e lo spunto di riflessione del primo
Seminario che da oggi mette a confronto 29 esponenti cattolici e 29 musulmani, nell’incontro
a Roma organizzato dal Forum cattolico-musulmano, istituito dal Pontificio Consiglio
per il Dialogo Interreligioso e da esponenti musulmani. L'iniziativa nasce a seguito
della Lettera aperta indirizzata il 13 ottobre 2007 a Papa Benedetto XVI e ad altri
Capi di Chiese e Comunità ecclesiali da 138 personalità musulmane e della risposta
data il 19 novembre 2007, a nome del Santo Padre, dal Cardinale Segretario di Stato,
Tarcisio Bertone. Nel contesto indicato dalla tematica centrale, verranno approfonditi
due sottotemi: oggi, quello riguardante “I fondamenti teologici e spirituali”, mentre
domani si tratterà di “Dignità umana e rispetto reciproco”. La giornata conclusiva
di giovedì 6 novembre vedrà al mattino l’udienza di Benedetto XVI ai partecipanti
al Seminario, e al pomeriggio una sessione pubblica, ospitata dall'Università Gregoriana,
durante la quale sarà presentata la “Dichiarazione finale” da un partecipante cattolico
e da un esponente musulmano del Forum. Romilda Ferrauto, responsabile della
redazione francese della nostra emittente, ne ha parlato con uno dei protagonisti
di questo incontro, il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio
Consiglio per il Dialogo interreligioso:
R. - C’est
la conséquence de la lettre des 138 personalités musulmanes… Questo incontro
è la conseguenza della Lettera delle 138 personalità musulmane che l’anno scorso era
stata indirizzata ai capi religiosi cristiani e in particolare al Papa. Dunque, questo
incontro era previsto. Ma ciò che è importante è che esso permette nanzitutto di rileggere
un po’ l’islam attraverso due comandamenti: l’amore di Dio e l’amore per il prossimo.
E questa è una cosa piuttosto inedita. Tuttavia, non bisogna fare di questa Lettera
e di questo Forum cattolico-musulmano una cosa straordinaria, come se si iniziasse
a dialogare soltanto a partire da questa lettera dei 138: noi siamo in dialogo con
l’Islam da più di 1400 anni. Dal Concilio, poi, abbiamo ricevuto il documento Nostra
aetate, che ha tracciato una strada ancor più precisa per questo dialogo. Direi
quindi che quello attuale è un nuovo capitolo di una lunga storia.
D.
- Quali sono le peculiarità e come si svolgerà il Seminario?
R.
- Les thèmes ont été choisis lors d’une rencontre que nous avons eu… I temi
sono stati scelti in occasione di un incontro che abbiamo avuto nello scorso mese
di marzo con una delegazione dei 138 presso il Pontificio Consiglio per il dialogo
interreligioso. I temi sono stati scelti insieme dalle due delegazioni. La procedura
che useremo per affrontarli segue invece un iter normale: i cattolici esporranno il
loro punto di vista e i musulmani il loro, e in seguito ci sarà un dialogo. Abbiamo
riservato molto tempo al dialogo, in maniera che ci si possa conoscere e spiegare
bene. Credo che in queste due giornate ci sarà tutto il tempo necessario per approfondire
gli argomenti sottoposti alla nostra riflessione. E come forma conclusiva, è previsto
un comunicato finale congiunto.
D. - Quali tematiche
affrontate durante incontri come quello che inizia oggi?
R.
- On parle un peu de tout. Mais, à proprement parler, on ne peut pas dire… Si
parla un po’ di tutto. Ma, a dire il vero, non possiamo dire - per esempio - di avere
un dialogo teologico. Il dialogo teologico è sotteso, ma non tecnicamente definito
né realizzato. Per contro, a livello delle questioni etiche, a livello spirituale,
nel momento in cui ci sono azioni congiunte, ad esempio in occasione delle grandi
catastrofi umanitarie, c’è collaborazione. Per essere realista, direi che quello che
veramente conta è che malgrado tutte le difficoltà, malgrado le crisi che a volte
ci sono, noi ci parliamo. I ponti non sono stati interrotti e credo che ciò sia importante.
D.
- Qual è secondo lei, eminenza, lo stato dei fatti nei rapporti tra cattolici e musulmani?
R.
- Les rapports entre catholiques et musulmans dépendent beaucoup… I rapporti
tra cattolici e musulmani dipendono molto dalle circostanze politiche dei Paesi in
cui l’islam è religione maggioritaria. Io credo che ciò che porta tensione ai rapporti
è che nel mondo musulmano si associa il cristianesimo all’Occidente. Questa amalgama
è molto pericolosa, perché quando i responsabili delle società occidentali prendono
decisioni politiche che i musulmani ritengono contrarie ai loro interessi, essi dicono:
“Sono i cristiani che ci attaccano, sono i cristiani che ci provocano”. Ecco che cosa
porta tensione nei rapporti.
D. - Come si muove la
Santa Sede per tutelare le minoranze cristiane nei Paesi islamici?
R.
- C’est le devoir du Saint Siège… E’ dovere della Santa Sede difendere i
diritti fondamentali quando essi siano minacciati o negati. Come interviene la Santa
Sede? Intanto, ricordando ai nostri interlocutori i diritti fondamentali della persona
umana: il diritto alla vita, il diritto alla libertà di coscienza e di religione e
tutti gli altri diritti ad essi collegati. Poi, ovviamente, c’è il canale diplomatico.
La Santa Sede ha relazioni diplomatiche con molti Paesi arabi. E’ comunque un canale
privilegiato. Poi, ancora, c’è il nostro dialogo interreligioso che ci permette di
far valere i diritti e le aspirazioni legittime dei nostri fratelli nella fede quando
essi diventano oggetto di persecuzione o di violenza. In ogni caso, credo che non
abbiamo altra scelta se non camminare insieme sotto lo sguardo di Dio. Tutti siamo
in cammino verso la Verità. Quando ci troviamo in situazioni difficili, non dobbiamo
avere paura di dire quello che crediamo, Colui in cui crediamo. Non bisogna avere
paura di denunciare le violazioni dei diritti dell’uomo, qualsiasi esse siano e comunque,
in modo che possa essere la verità a prevalere e non la forza. In maniera che la forza
del diritto prevalga sul diritto della forza.
Al Seminario,
prende parte anche Yahya Pallavicini, vicepresidente della COREIS, la Comunità
religiosa islamica italiana. Al microfono di Tracey McLure, della nostra redazione
inglese, l'esponente musulmano spiega con quali obiettivi si appresta a vivere questo
appuntamento:
R.
- Trovare una maggiore ispirazione per soluzioni concrete che possano salvaguardare
la dignità di questa fede, la dignità dei credenti cristiani e musulmani, anche in
tutti gli ambiti della vita e della società contemporanea: siano essi l’attività pubblica,
la scuola, l’educazione, la famiglia e la vita privata, il lavoro e lo sviluppo della
persona umana e della realizzazione di tutte le sue qualità e facoltà intellettuali
e personali. E trovare una fratellanza ancora più consapevole e ancora più efficace,
che sappia rispondere alle sfide del mondo contemporaneo e ai rischi che il post-modernismo
o la secolarizzazione cercano di provocare, per impedire alla dimensione spirituale
di riuscire ancora ad illuminare le persone di buona volontà.