2008-11-03 15:34:46

Indonesia: Forum dei liturgisti asiatici propone l'inculturazione del rito del matrimonio in Asia


Promuovere l’inculturazione del rito cattolico del matrimonio in Asia, valendosi delle possibilità offerte dalla seconda edizione tipica dell’Ordo Celebrandi Matrimonium. Con questa indicazione si è concluso a Yogyakarta, in Indonesia, il 18° Forum asiatico sulla liturgia. All’incontro hanno partecipato 65 liturgisti da sette Paesi del Sud-est asiatico e alcuni osservatori dall’Australia e Taiwan che hanno discusso di come rendere più comprensibile e vicino alla sensibilità dei fedeli asiatici il rito cattolico della celebrazione del matrimonio. Nel documento finale le Chiese in Asia vengono esortate “a intraprendere il lavoro di inculturazione del rito del matrimonio avvalendosi delle opzioni e possibilità offerte dalla seconda edizione tipica del nuovo rituale del matrimonio” pubblicata nel 1991 dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. “Questo lavoro – premette il documento – dovrebbe essere fondato sulla teologia del matrimonio cristiano, con un’attenzione particolare alla sua natura sacramentale che esprime l’amore di Cristo per la Chiesa, all’uguaglianza e responsabilità reciproca dei coniugi e al compito della Chiesa di difendere e promuovere la santità e l’indissolubilità dell’unione matrimoniale”. I Praenotanda del Rito del Matrimonio – evidenzia quindi il testo - dovrebbero essere attentamente studiati e i testi e i simboli di questa seconda edizione “esaminati nei loro contesti dottrinali, storici e culturali”. Due le ipotesi proposte dal Forum per realizzare questa inculturazione: la prima prevede “l’uso di un’equivalenza dinamica attraverso la quale i formulari e i simboli romani siano riespressi nei corrispondenti costumi locali rivestiti di un significato cristiano”. Nella seconda ipotesi si propone la preparazione di un rito completamente nuovo del matrimonio basato sui riti tradizionali locali. Perché il nuovo rito abbia un carattere autenticamente cristiano, il documento raccomanda “che la Parola di Dio sia parte integrante della celebrazione”. Questo lavoro di inculturazione dovrebbe essere inoltre preparato “da un’adeguata catechesi sul sacramento del matrimonio e da programmi specifici per promuovere la creatività e le tradizioni locali, purificati da pratiche superstiziose e integrati nella liturgia”. A questo scopo, il Forum ha raccomandato il coinvolgimento di liturgisti che abbiano una approfondita conoscenza delle lingue e degli usi e costumi locali. Le loro conclusioni dovrebbero essere approvate dalle rispettive Conferenze episcopali e sottoposte quindi all’esame della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti o di quella per l’Evangelizzazione dei Popoli. (L.Z.)







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