2008-11-02 14:23:31

Il cardinale Sandri in India dal 5 all'11 novembre per partecipare ai festeggiamenti per la proclamazione della prima Santa indiana


Il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, si recherà in India dal 5 all'11 novembre per partecipare ai festeggiamenti della comunità cristiana del Paese per la proclamazione, il 12 ottobre scorso, della prima Santa indiana: si tratta della religiosa clarissa Alfonsa dell'Immacolata Concezione, morta a soli 36 anni nel 1946 dopo una vita di grandi sofferenze. "Sento che il Signore - diceva Sant'Alfonsa - mi ha destinata ad essere un sacrificio di sofferenza. Il giorno in cui non ho sofferto è un giorno perduto per me". Ma asoltiamo il cardinale Leonardo Sandri, intervistato a pochi giorni dalla partenza da Romilda Ferrauto: RealAudioMP3
 
R. – Per me è una grande gioia unirmi ai festeggiamenti locali che avranno luogo a Ernakulam e nella zona dell'arcidiocesi, per celebrare questa nuova santa nel suo luogo d’origine. E’ quindi una grande festa per l’India, ma in particolare per la Chiesa siro-malabarese è una grande gioia avere dato all’India la prima santa, esempio di vita spirituale – senz’altro – ma soprattutto di vita di amore e di carità verso i poveri. E’ un segno, anche, della vitalità, della ricchezza prorompente della Chiesa siro-malabarese, non soltanto per il numero delle vocazioni sacerdotali, religiose e di vita consacrata, sia maschili che femminili, ma anche per l'impegno e la testimonianza di laici e di laiche. La nuova santa indiana è il segno di questa crescita.
 
D. – Una crescita che si manifesta anche con delle istituzioni molto prestigiose, le scuole, l’educazione: la Chiesa è molto presente anche nella società locale …
 
R. – Certo, le congregazioni religiose femminili e maschili operano in tutti quegli ambiti che si occupano di promozione umana, religiosa e dell'educazione. La scuola cattolica è aperta a tutti, specialmente ai più bisognosi: la scuola cattolica offre questo servizio anche agli appartenenti a tutte le altre religioni ed è esempio di convivenza che dovrebbe essere modello di vita in questo Paese, l’India, così segnato da grandi personalità che si sono distinte nell’impegno per la pace, per l’intesa tra gli uomini, per il dialogo, per il servizio ai più poveri.
 
D. – Purtroppo, eminenza, nessuno ignora che questa convivenza, questo dialogo, in questo momento sono messi a dura prova: soprattutto i cristiani soffrono. Lei con quale spirito si reca in India e cosa spera che la sua presenza possa portare?
 
R. – Mi hanno spiegato che nella zona del Kerala la convivenza respinge la violenza. Purtroppo, in altre regioni dell’India i cristiani hanno sofferto persecuzioni, le loro case sono state bruciate e sono stati uccisi, anche, per il solo fatto di essere cristiani. Noi deploriamo questa violenza e speriamo che la grande anima indiana, che è un’anima di convivenza pacifica tra tutte le religioni, superi questo momento, che sia abbandonata ogni persecuzione, che siano rispettati i diritti della persona umana, soprattutto il diritto alla libertà religiosa; e che queste morti, il sacrificio di questi cristiani, siano per la Chiesa in India uno sprone per una dedizione ancora maggiore al servizio alla nazione, al servizio di tutti gli indiani, pur essendo stata essa vittima di ingiustizia. La Chiesa prega, è vicina alle vittime, è vicina ai cristiani perseguitati insieme con il Papa, con Benedetto XVI. Io spero di portare con la mia persona un messaggio di amicizia, di grande cordialità verso tutti, nella speranza che questi episodi possano essere superati e che tutti sappiano che i cristiani non vogliono soltanto vivere la loro fede cristiana, la loro fede cattolica, ma vogliono anche contribuire al progresso e al benessere di tutta la nazione.







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