2008-11-01 15:23:14

I vescovi dell'Iraq: un piano politico dietro le persecuzioni dei cristiani


Le violenze contro le comunità cristiane in Iraq “fanno parte di un piano politico intento a creare subbuglio e conflitti fra le differenti componenti del popolo” iracheno. E’ la denuncia dell’Assemblea dei vescovi cattolici in Iraq (AECI), riunita ad Erbil lo scorso 29 ottobre, secondo cui anche il drammatico sfollamento “è cosa voluta e molto pericolosa, una spinta verso la divisione e la spartizione del Paese”. In una nota a firma del segretario generale dell’AECI e vescovo latino di Baghdad, mons. Benjamin Sleiman, e di altri vescovi, i presuli iracheni ribadiscono che “i cristiani sono parte integrante dell’intero tessuto nazionale iracheno” ed evidenziano la risposta tardiva dello Stato che “avrebbe dovuto muoversi rapidamente” per proteggere le minoranze cristiane dalle violenze. Nel documento l’AECI sottolinea che “quanto è accaduto confligge con la responsabilità dello Stato di proteggere tutti i cittadini” e chiede all’autorità pubblica di provvedere “ad una soluzione radicale del problema degli sfollati da Mosul, al loro ritorno a casa, al risarcimento per i danni subiti e alla vigilanza sulla loro sicurezza”. Dai presuli anche la richiesta di applicare l’articolo 50 della Costituzione che garantisce alle minoranze la rappresentanza e la partecipazione al potere e alle responsabilità nazionali, e la sollecitazione ad assicurare il rispetto dei diritti anche per le altre minoranze etniche e religiose. La comunità cristiana – dichiara l’AECI – intende “proseguire nella convivialità la collaborazione con tutti i loro fratelli, nella gioia come nel dolore” rifiutando di vivere nell’isolamento. Un ringraziamento hanno inviato infine i presuli “a tutti gli organismi, le istituzioni e le personalità religiose, politiche, diplomatiche e sociali a Mosul, in Iraq come nel mondo, per la solidarietà” espressa in questo momento di prova. (C.D.L.)







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