Accordi militari e civili al centro dell'odierno vertice russo-libico a Mosca
Importante summit russo-libico a Mosca. Al centro dei colloqui tra i presidenti delle
due nazioni accordi in campo energetico, militare e civile. Tripoli è inoltre interessata
a fornire una base navale alla Russia. Il punto nel servizio di Giuseppe D’Amato:
“Questi
incontri daranno un nuovo impulso alle relazioni bilaterali”: così, il presidente
Medvedev ha aperto il vertice russo-libico in corso al Cremlino. Muammar Gheddafi
è tornato a Mosca dopo un'assenza di 23 anni. Il leader libico ha da parte sua sottolineato
che i due Paesi hanno un uguale approccio alla politica energetica ed intende migliorare
la cooperazione in questo campo. Tripoli spinge, però, per instaurare una proficua
collaborazione anche nel settore civile oltre che in quello militare. Ad aprile, il
Cremlino decise di cancellare il debito libico pari a 4,5 miliardi di dollari maturato
in epoca sovietica. In cambio Gheddafi si era impegnato a siglare vari contratti,
che, tuttavia, non sono stati ancora firmati. Alcuni specialisti ritengono che la
Libia acquisterà da Mosca armi per un valore di 2 miliardi di dollari. L'esercito
africano è equipaggiato con vecchi mezzi di fabbricazione sovietica. La Russia sta
creando insieme ad Iran e Qatar l'“OPEC del gas”, un cartello di produttori, che imponga
i propri prezzi all'Occidente. La Libia è un partner molto ambito, poiché ha enormi
potenzialità, ma finora manca della tecnologia moderna per fare il salto di qualità.
I russi sono pronti ad offrire una mano. Secondo un influente quotidiano russo, Gheddafi
offrirà alla Russia la creazione di una base navale a Bengasi per garantirsi da interferenze
occidentali. Iraq Nello scorso ottobre, in Iraq, si
è registrato il numero di vittime più basso su base mensile dall’inizio dell’intervento
militare statunitense del 2003. Secondo dati diffusi oggi dal governo di Baghdad,
ad ottobre le vittime civili sono state 238, contro le 758 dello stesso mese del 2007
e la media di 1000 registrata tra settembre 2006 e agosto 2007. Il dato si inserisce
quindi in un trend di sensibile calo delle vittime, sebbene sul terreno non passi
giorno senza che si registrino nuove violenze. In diminuzione anche le perdite tra
i militari americani: sette i soldati uccisi in combattimento, anche in questo caso
si tratta del bilancio più contenuto dal marzo 2003. Secondo gli analisti si tratta
di una vera è propria svolta ottenuta grazie al rafforzamento del contingente americano
deciso dal presidente Bush e al cessate il fuoco attuato da diversi clan sunniti che
ora appoggiano le forze governative.
Afghanistan In Afghanistan
proseguono le offensive della coalizione internazionale a guida statunitense contro
le roccaforti dei talebani. Nelle ultime 24 ore, 25 miliziani integralisti sono stati
uccisi in una serie di operazioni congiunte con l’esercito di Kabul nella parte orientale
del Paese. Vittime anche tra le truppe afghane: due soldati sono morti nella provincia
di Helmand per l’esplosione di una mina. Secondo il governo, oltre 220 militari afgani
hanno perso la vita dall’inizio dell’anno nei combattimenti.
Pakistan Un
importante comandante di Al Qaeda di origine egiziana è stato ucciso in un raid militare
nel nordovest del Pakistan, vicino al confine con l'Afghanistan. Lo ha reso noto un
funzionario locale pachistano, spiegando che l'operazione è stata attribuita all'esercito
americano. Si tratterebbe di Abu Jihad al-Masri, che ha avuto ruoli operativi nella
rete di Osama bin Laden e che è apparso in alcuni video di propaganda trasmessi sul
web. L’uomo è stato ucciso ieri notte insieme ad altri miliziani nel Nord del Waziristan:
due missili sganciati da un "drone" hanno colpito il camion su cui si trovava.
Iran
Ancora un’esecuzione capitale in Iran. Un giovane di 19 anni è stato impiccato
in Iran per un omicidio commesso quando era minorenne. Salgono così a otto, solo da
gennaio, le esecuzioni capitali nella Repubblica Islamica contro persone minorenni
o che erano minorenni al tempo dei delitti di cui sono state riconosciute colpevoli.
Secondo "Amnesty International", altri 150 sono rinchiusi nei bracci della morte,
tra cui una ragazza.
Filippine Resta alta la tensione sull’isola
di Mindanao, nel sud delle Filippine. Diciannove ribelli musulmani del "Fronte Islamico
di Liberazione Moro" sono stati uccisi in un raid dell'esercito. L’operazione è scattata
dopo un attacco compiuto dai miliziani contro una postazione militare vicino alla
località di Datu Piang, a seguito della quale tre militari sono rimasti feriti. A
Mindanao, da diversi mesi, si registra una nuova impennata di violenze, legata alla
mancata approvazione di un accordo di pace che avrebbe decretato una maggiore autonomia
per le provincie a maggioranza islamica.
Elezioni presidenziali degli Stati
Uniti A tre giorni dall’apertura delle urne negli Stati Uniti, si susseguono
gli ultimi proclami dei due candidati alla Casa Bianca. La necessità di rilanciare
l’economia è in cima alla lista delle priorità per il candidato democratico alla presidenza
USA, Barack Obama. "Voglio essere sicuro che a beneficiarne sia il 95% dei lavoratori",
ha dichiarato Obama in una intervista alla CNN, individuando nella stabilizzazione
del sistema finanziario, in un progetto per l'indipendenza energetica dell'America,
e nelle riforme di sanità, fisco e sistema scolastico la ricetta per risollevare il
Paese dall’attuale crisi. Secondo gli ultimi sondaggi il vantaggio del candidato democratico,
seppur ridotto rispetto a giorni scorsi, resta saldo al 5%. (Panoramica internazionale
a cura di Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LII no. 306 E'
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