Le misure economiche anticrisi al centro degli interventi dei candidati alle presidenziali
USA
Ultime frenetiche battute della campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca.
Secondo i sondaggi, il candidato democratico, Barack Obama, mantiene un vantaggio
di almeno 5 punti percentuali sul rivale repubblicano, John McCain. Tuttavia, gli
analisti non escludono sorprese che potrebbero arrivare dal gran numero di indecisi
che si registrano in queste ore. A tenere banco negli ultimi proclami è ancora la
crisi finanziaria e le politiche economiche proposte dai due candidati. Il servizio
di Elena Molinari:
Per
l’affondo finale, John McCain torna alle origini e al messaggio anti-tasse del suo
partito e lo fa simbolicamente da una cittadina dell’Ohio che si chiama Defiance,
sfida, facendo leva sulle paure degli americani per la recessione più grave dagli
Anni Trenta. “Questa è la differenza tra me e il senatore Obama", ha detto. "Lui aumenterà
le tasse, io ridurrò la spesa pubblica”. Il democratico ha invece usato gli ultimi
dati sull’economia per contrattaccare. “Il PIL in calo dello 0,3 per cento – ha affermato
- è un diretto risultato delle decisioni dell’amministrazione Bush che McCain sostiene
e che è pronto a ripetere per i prossimi quattro anni. Dopo il suo appello di mercoledì
notte, con un video di oltre 30 minuti trasmesso su tutte le tv nazionali, Obama è
stato impegnato ieri in Florida, Virginia e Missouri, considerati campi di battaglia
e decisivi, martedì prossimo. Ancora prima che nuove rilevazioni registrassero gli
effetti del suo mega-investimento pubblicitario di mercoledì, i sondaggi vedono il
candidato democratico mantenere o incrementare il suo vantaggio, anche se lo staff
McCain avverte che gli indecisi sono molti di più di quelli che sembrano e che ci
potrebbero essere sorprese. Israele Israele al voto
per le legislative il 10 febbraio 2009. La data delle elezioni anticipata è stata
fissata ieri dal presidente del parlamento dello Stato ebraico. L'ultima seduta della
Knesset di questa legislatura si terrà il 10 novembre prossimo. Le elezioni sono state
indette dopo che il ministro degli Esteri, Tzipi Livni, leader del partito moderato
Kadima, non è riuscita a formare una coalizione di governo. La Livni aveva ricevuto
l'incarico il 22 settembre dal presidente Peres, all'indomani delle dimissioni del
primo ministro Ehud Olmert, sotto inchiesta per corruzione. Libia-Russia
''La Libia è pronta a ospitare una base militare navale russa'': è questo
il messaggio che porterà oggi Gheddafi a Mosca. Sono passati 23 anni dall’ultima visita
del leader libico nella capitale russa. "La presenza militare russa - ha rivelato
una rivista moscovita citando fonti del governo libico - sarà una garanzia di non
aggressione contro la Libia da parte degli Stati Uniti”. Il giornale locale ha anche
ricordato che Tripoli ha ottenuto lo scorso aprile la cancellazione del suo debito
di circa 4,5 miliardi di dollari nei confronti della ex URSS, in cambio di importanti
contratti a imprese russe. Secondo la stessa fonte, inoltre, la Libia si sarebbe anche
impegnata ad acquistare armi russe, ma avrebbe allo stesso tempo rifiutato la partecipazione
alla creazione di una "OPEC" del gas mettendo a rischio l’intero progetto.
Pakistan In
Pakistan, è di almeno otto morti il bilancio dell’attentato suicida avvenuto questa
mattina a Maran, nella zona occidentale del Paese. Numerosi i feriti ricoverati in
ospedale. Alcuni di essi sono in gravi condizioni e si teme quindi che il bilancio
delle vittime possa aumentare. Secondo fonti locali, un uomo si è fatto esplodere
dinanzi alla stazione di polizia della città al passaggio del convoglio che trasportava
il vicecapo della polizia. Nessuno ha ancora rivendicato il gesto, ma si teme possa
essere opera dei militanti talebani, che negli ultimi tempi hanno compiuto decine
di attentati contro ufficiali delle forze di sicurezza e leader politici locali.
India Si
aggrava il bilancio delle vittime dei 12 attentati compiuti ieri nello Stato indiano
nord-orientale di Assam. I morti accertati sono ora 77, più di 400 i feriti. Gli ordigni
- sei a Guwathi, principale città dello Stato, e altri sei nei distretti di Barpeta,
Kokrajhar e Bongaigaon - sono stati piazzati in aree affollate e sono esplosi in rapida
successione. Non ci sono ancora rivendicazioni ufficiali, ma la polizia sospetta dei
separatisti del Fronte Unito di Liberazione dell'Asom (ULFA), aiutati dagli estremisti
islamici di un altro gruppo. Ma l'ULFA ha smentito ogni coinvolgimento in un comunicato
inviato ai media locali. Intanto, nel quartiere di Guwahati, dove ieri è esplosa la
prima bomba che ha preso di mira il Tribunale distrettuale e la residenza del primo
ministro dello Stato, è stato di nuovo imposto il coprifuoco, voluto la prima volta
dalle autorità dopo che un gruppo di residenti infuriati avevano attaccato i soccorsi
e le forze dell’ordine. Il primo ministro dell'Assam ha dichiarato che è stata istituita
una task force speciale per investigare sull'accaduto ed individuare i responsabili.
Vietnam Sale
a 19 il numero delle morti causate dalle inondazioni che nell’ultima settimana hanno
colpito la zona centrale del Vietnam. L’aggiornamento è stato fornito da fonti governative
e riportato dai media ufficiali. Tre sono le giovani vittime: due ragazzine di 11
e 12 anni e un bimbo di due anni. Da mercoledì scorso, sono caduti fino a 330 millilitri
di piogge nella zona a sud di Hanoi: la capitale è ancora sommersa da un metro d’acqua,
mentre diversi smottamenti hanno danneggiato numerosi tratti autostradali. Sono centinaia
le persone che, dall’inizio dell’anno, hanno perso la vita a causa delle alluvioni
nelle province settentrionali e centrali del Paese.
Vertice iberoamericano Si
chiudono oggi, a San Salvador, i lavori del XVIII Vertice delle nazioni iberoamericane,
alla presenza di 19 dei 22 Capi di Stato e di governo che, per tre giorni, hanno affrontato
il tema principale dell'agenda, "Gioventù e sviluppo". Sul tappeto, anche la crisi
finanziaria mondiale, rispetto alla quale la comunità iberoamericana ha convenuto
di ''intraprendere consultazioni per valutare l'opportunità di convocare con urgenza
una riunione di capi di Stato e di governo, nel quadro delle Nazioni Unite”. Ce ne
parla Luis Badilla:
I
governanti hanno firmato la notte scorsa, oltre alla Dichiarazione principale sulle
politiche giovanili, altri 14 documenti su materie diverse, che vanno dalla lotta
contro il terrorismo alla delinquenza organizzata che minaccia la regione in modo
crescente, passando per testi riguardanti situazioni nazionali specifiche. Alla fine,
però, la sorpresa è arrivata dalla Dichiarazione sui giovani: appare chiaro che dopo
le molte critiche provenienti da più parti, in particolare da alcuni episcopati e
governi che anticiparono di non poterla firmare, il testo è stato modificato radicalmente
per eliminare tutti i riferimenti che potevano lasciare intravedere un ruolo interventista
e quasi monopolista dello Stato nella educazione e formazione dei figli. I governanti
ribadiscono “il ruolo centrale dello Stato nella definizione di politiche pubbliche,
allo scopo di migliorare la qualità della vita dei giovani e per riuscire nella costruzione
di società includenti, giuste e solidali”. Alla fine, per consentire la firma di tutti
i Paesi presenti, alcuni contenuti della bozza, riguardanti per esempio la salute
riproduttiva e i diritti e il ruolo dei genitori nelle scelte educative dei figli
- che apparivano “confusi e ambigui” e che potevano essere usati per “interpretazioni
arbitrarie ed estensive” come disse l’arcivescovo di San Salvador mons. Fernando Sáenz
Lacalle - sono stati eliminati. È prevalsa insomma la ricerca del consenso e soprattutto
del buon senso.(Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 305 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.