La macchina dei soccorsi è in piena attività in Pakistan per assistere le vittime
del terremoto che due giorni fa ha colpito la parte sud occidentale del Paese ed in
particolare la provincia del Belucistan. Sale il numero dei morti, che sfiora ormai
la cifra di 300, mentre i feriti arrivano a 400. Gli sfollati sono almeno 15 mila.
Il recupero delle vittime e la ricerca di feriti è ancora in corso. Intanto, sull’intera
area montuosa è calato un intenso freddo. Per un aggiornamento sulla situazione, sentiamo
Marco Succi della Croce Rossa internazionale, raggiunto telefonicamente in
Pakistan da Stefano Leszczynski:
R. – Le scosse
ripetute di terremoto sono state molto forti, intense, ma tuttavia localizzate. Quindi,
la zona colpita non è vasta, in effetti, come sembrava all’inizio. Adesso la situazione
sembra sotto controllo. Si capisce che almeno tre mila case sono state distrutte e
quindi diciamo che migliaia di persone sono rimaste senza tetto. D.
– Possiamo dire che gli interventi sono stati molto più tempestivi rispeto al sima
di tre ani fa. Oltre che alla Croce Rossa, ci sono altri organismi internazionali
sul posto? R. – Le organizzazioni umanitarie si stanno coordinando
per raggiungere la zona e per apportare i primi soccorsi. Certo che le autorità hanno
reagito prontamente. Ciò nonostante, ripeto, i bisogni sono urgenti, in termini soprattutto
di rifugi, quindi di tende e di evacuazione dei feriti. D. –
Gli esperti si attendono nuove scosse o l’emergenza sismica si può dire conclusa? R.
– Direi proprio di no. Giusto una mezz’ora fa le scosse si sono sentite addirittura
qui nel capoluogo, a Quetta, ed anche ieri sera un’altra grossa scossa, del 5.5 grado
della scala Richter, ancora una volta ha avuto lo stesso epicentro delle scosse di
ieri mattina. D. – Anche se sono arie poco popolate da un punto
di vista di densità, le vittime sono sempre molte. Questo dipende, ovviamente, dal
tipo di strutture in cui le persone abitano? R. – Direi, innanzitutto
dal tipo di struttura. Sono case fatte in fango, essenzialmente. E poi l’orario. Questa
volta, le prime scosse intense si sono sentite alle 4 di mattina.