2008-10-30 15:58:44

L’Alta Corte inglese dice no all’eutanasia: plauso dal movimento per la vita


La “Società per la protezione dei bambini non nati” (SPUC), una delle più importanti associazioni del movimento per la vita britannico, ha espresso soddisfazione per la decisione dell’Alta Corte di respingere la richiesta di Debbie Purdy di morire con un suicidio assistito. Lo ha reso noto il Sir. Debbie Purdy, che è appoggiata nella sua battaglia legale dal gruppo pro-eutanasia “Dignity in dying”, vorrebbe morire nella clinica “Dignitas”, a Zurigo e vuole che il marito, Omar Puente, la accompagni ma teme che quest’ultimo possa venire incriminato al suo ritorno in patria. Favorire il suicidio è un reato punito con 14 anni di prigione dalla legislazione britannica anche se nessun parente delle 101 persone che sono morte nella clinica svizzera è stato fino ad oggi incriminato. “Prima di tutto esterniamo la nostra vicinanza alla signora Purdy e a suo marito e speriamo che, invece del suicidio assistito, lei possa ricevere tutte le cure palliative e l’assistenza di cui ha bisogno. La vita è degna di essere vissuta fino alla sua fine naturale”, ha detto il segretario politico della SPUC Anthony Ozimic. “L’obiettivo di questa causa sostenuta dalla lobby a favore dell’eutanasia era di indebolire la legge che proibisce il suicidio assistito”, ha detto ancora Ozimic. Non è la prima volta che un tentativo di legalizzare il suicidio fallisce nel Regno Unito. (V.V.)







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