Debito, giustizia e solidarietà al centro di un convegno promosso a Roma dalla CEI
Sono oltre 1000 i progetti realizzati in Guinea Conakry e in Zambia per la cancellazione
del debito estero. E' quanto emerso ieri a Roma durante il convegno sul tema "Debito,
giustizia e solidarietà. Sette anni di impegno per una concreta prospettiva di progresso,
di relazioni internazionali e di pace", promosso dalla CEI e dalla Fondazione Giustizia
e Solidarietà. L'iniziativa della Fondazione fa seguito al forte appello lanciato
nel 2000 da Giovanni Paolo II che diede il via ad importanti campagne per la cancellazione
del debito. "Giustizia e Solidarietà" è nata infatti proprio sulla scia dell’impegno
della Chiesa in aiuto ai Paesi più poveri. Il servizio di Francesca Sabatinelli.
Per la
Fondazione Giustizia e Solidarietà uno degli impegni più forti è sicuramente stato
il monitoraggio sull’azione internazionale, italiana compresa, di cancellazione del
debito: sono state misurate le promesse del Giubileo e in questi giorni si discuterà
su cosa resta da fare. Riccardo Moro direttore della Fondazione: “Là
dove le cancellazioni sono state effettuate, vincolando la liberazione di risorse
per la lotta alla povertà e coinvolgendo la società civile locale, abbiamo dei risultati
positivi. Il numero di Paesi in cui questo è avvenuto, però, è troppo basso. Abbiamo
la zona dell’Africa subsahariana, che è la parte più povera, che continua a pagare
ogni anno per interesse e rate di rimborso cifre superiori a quelle che pagava prima
che si attivassero iniziative di cancellazione. Allora se quei soldi erano stati giudicati
eccessivi, non si capisce come l’Africa possa svilupparsi adesso, se quelle cifre
sono diventate superiori”.
Sono stati realizzati importanti progetti
di lotta alla povertà dalla Fondazione in due Paesi africani, Zambia e Guinea Konakri.
Operazioni di conversione del debito definite un’esperienza innovativa nel panorama
internazionale che hanno dato vita ad iniziative con la collaborazione di governo
e società civile locale. Ancora Riccardo Moro: “Sia il processo di finanziamento,
di selezione dei progetti, che la realizzazione è avvenuta con un protagonismo degli
attori locali, in particolare per la Guinea. E' avvenuta anche con la capacità di
coinvolgere persone che non sanno leggere e scrivere, ma che sono state accompagnate
a formalizzare la scelta dei progetti che volevano realizzare. Sono state poi aiutate
a metterli in pratica, grazie al finanziamento del fondo di conversione. Abbiamo in
qualche modo sperimentato un'opportunità di costruire un sistema equo attraverso la
ricostruzione di relazioni, che era stata un po’ la cifra del Giubileo”.