Visita di solidarietà di una delegazione ecumenica nei campi profughi in Uganda
È in corso la visita in Uganda di una delegazione internazionale ecumenica, a nome
del Consiglio ecumenico delle Chiese (COE). Il viaggio, che rientra nel “Decennio
per superare la violenza” lanciato dal COE, ha lo scopo di esprimere solidarietà verso
i rifugiati e gli sfollati del Paese africano. In agenda - riferisce l'agenzia Cisanews
- sono in programma numerosi colloqui con i rappresentati politici e civili locali,
per discutere della protezione dei rifugiati, con particolare attenzione ai casi di
violenza sessuale e alla vulnerabilità dei bambini. Previsti, inoltre, incontri con
i leaders cattolici, anglicani e ortodossi, con le agenzie governative e con le organizzazioni
sociali per riflettere sul tema “Una pace sostenibile nell’Uganda del nord: il ruolo
delle comunità di fede”. Infine, la delegazione ecumenica avrà modo di condividere
le proprie esperienze con le donne e gli studenti del posto, nel corso di diversi
dibattiti ospitati dal “Centro Papa Paolo VI” di Kampala. L’Uganda – bisogna ricordare
– è un Paese che si è stabilizzato solo recentemente, dopo decenni di dittatura militare
e guerra civile. Il governo e i ribelli della LRA (Lord’s Resistence Army, ovvero
l’Esercito di Resistenza del Signore) hanno, infatti, siglato una tregua nell’agosto
del 2006 e il “cessate il fuoco” nel febbraio di quest’anno. Secondo gli ultimi dati
dell’ACNUR- Alto Commissariato ONU per i rifugiati, più di 900 mila sfollati sono
ora ritornati nei propri villaggi d’origine o nelle immediate vicinanze. Tuttavia,
circa 3mila vedove ed orfani non hanno alcun posto dove andare, a causa della morte
dei rispettivi capifamiglia o della vendita delle proprie terre. (I.P.)