Nuovo rapporto di Amnesty sulle violazioni dei diritti umani in Colombia
Almeno 1400 civili sono stati uccisi nel 2007 e nei casi in cui è stato individuato
l’autore dell’omicidio, le forze di sicurezza sono risultate responsabili di almeno
330 casi, i paramilitari di circa 300 casi e la guerriglia di circa 260 casi; il numero
degli sfollati è stato di 305 mila persone; almeno altre 190 sono state vittime di
sparizione forzata da parte delle forze di sicurezza e dei paramilitari o sono state
sequestrate dalla guerriglia. E’ questo il contenuto della denuncia di Amnesty International
contro il governo di Bogotà. “’Lasciateci in pace!’ Civili presi di mira nel conflitto
armato interno della Colombia”, è il titolo del nuovo rapporto sulle violazioni dei
diritti umani presentato a Madrid dall’organizzazione. Amnesty ha accusato l’esecutivo
del Paese latinoamericano di dare “un’immagine positiva della situazione dei diritti
umani nel Paese, nonostante l’aumento di notizie relative a sfollamenti forzati, attacchi
ad attivisti sociali e per i diritti umani e uccisioni da parte delle forze di sicurezza”.
Il rapporto - ripreso dall'agenzia Sir - contenente uno studio completo sulla situazione
dei diritti umani in Colombia e una serie di raccomandazioni rivolte al governo e
alle forze della guerriglia, include storie di singole persone e gruppi colpiti dal
conflitto. “Le autorità colombiane negano in modo assoluto, rifiutando persino di
ammettere l’esistenza di un conflitto armato. La gente, però, ci racconta una storia
diversa”, spiega Marcelo Pollack, ricercatore di Amnesty. L’organizzazione per i diritti
umani ha quindi chiesto a tutte le parti coinvolte nel conflitto colombiano di “mostrare
la volontà politica di porre fine agli abusi” sollecitando anche l’intervento della
comunità internazionale. (F.A.)