Convegno al Seraphicum sul Concilio Vaticano II nel pontificato di Giovanni Paolo
II
Sono stati numerosi gli interventi di ieri nel corso del Convegno internazionale:
“Cristo, Chiesa, Uomo: il Vaticano II nel pontificato di Giovanni Paolo II”, in corso
al Seraphicum di Roma fino a domani. Come riferisce il Sir, il cardinale Stanislaw
Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, ha ricordato come Papa Wojtyla considerava il Concilio
“un evento ecclesiale ma anche spirituale” che partiva dalla consapevolezza che “solamente
Cristo, il suo amore e la libertà che scaturisce da esso, potevano scuotere le coscienze,
forse anche intorpidite, dell’uomo e della donna del nostro tempo”. La diversità sessuale
umana è stata invece al centro dell’intervento del cardinal Carlo Caffarra, arcivescovo
di Bologna, per il quale “l’insignificanza” di tale differenza rappresenta il “più
grave errore antropologico di cui si avvelena la post-modernità”. Il porporato ha
parlato di una “sconnessione operata nella e dalla post-modernità fra matrimonio e
famiglia e natura della persona umana” che “ha condotto e sta conducendo verso una
totale artificializzazione della famiglia e del matrimonio” pensati come mere “convenzioni”
sociali, la cui definizione “è esclusivamente il frutto del consenso sociale”. Infine
nell’intervento del cardinal Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio
della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, si è sottolineato
il compito culturale della Chiesa che è quello di “garantire la priorità dell’etica
sulla tecnica, il primato della persona sulle cose e la superiorità dello spirito
sulla materia”. Parlando dell’attualità del Vaticano II, ha poi aggiunto come sia
sempre più diffusa la tendenza “soprattutto nei Paesi e nelle culture occidentali,
a trascurare sempre più l’aspetto religioso, a relegarlo ai margini della propria
vita”. (B.C.)