Ultimo saluto a Brindisi per gli 8 militari italiani morti nell’incidente d’elicottero
in Francia
“Sentiamo tutti il bisogno di un grande silenzio, il silenzio del dolore e della preghiera,
il silenzio del conforto e della consolazione divina”. Così l’ordinario militare mons.
Vincenzo Pelvi nell’omelia pronunciata ieri nell’affollatissimo hangar nell'aeroporto
militare 'Pierozzi' di Brindisi, nella Messa in suffragio degli otto militari italiani
morti a seguito dello schianto dell’elicottero sul quale viaggiavano sopra i cieli
della Francia. “Un elicottero – ha detto il sacerdote citato dal Sir – destinato alla
ricerca e all’aiuto di vite in difficoltà, è diventato strumento di morte”. Può quindi
sembrare un paradosso, secondo il presule, che un velivolo destinato al bene comune,
a ridare speranza a molti, si è trasformato in una causa di indescrivibile dolore:
“Un servizio finalizzato a sostenere persone in pericolo ha conficcato in noi delle
piaghe inguaribili”. Pronunciando poi i nomi dei militari morti, mons. Pelvi ha detto:
“Siamo sgomenti dinanzi alla vostra morte”. Mons. Vincenzo Pelvi si è quindi soffermato
sull’indispensabile ruolo svolto dai militari italiani in diversi teatri nazionali
e internazionali: “Attraverso la vostra professionalità, abbiamo compreso che il lavoro
e l’impegno quotidiano degli uomini e delle donne con le stellette, sia esso di pensiero
strategico o di umile e semplice agire, è parte di un mosaico composto da tessere
diverse ma tutte preziose ed insostituibili”. “Grazie alla vostra presenza, anche
a rischio della vita”, ha proseguito Pelvi, le popolazioni “vedono riaccendersi le
speranze di un futuro migliore”. (M.G.)