Distinguere tra religione e politica è una specifica conquista della Cristianità:
così il Papa alla nuova ambasciatrice delle Filippine
“La distinzione tra religione e politica è una conquista specifica della Cristianità”
ed è “tra i suoi fondamentali contributi storici e culturali”. Così il Papa ricevendo,
stamane, le Lettere credenziali della nuova ambasciatrice delle Filippine, Cristina
Castañer-Ponce Enrile. Il servizio di Roberta Gisotti.
“La Chiesa
è convinta che Stato e religione sono chiamati a supportarsi reciprocamente” per “servire
insieme il benessere personale e sociale di tutti”. Benedetto XVI ha colto l’occasione
di questa udienza per ribadire che l’“armoniosa cooperazione tra Chiesa e Stato richiede
ai leader ecclesiali e civili di assolvere i loro doveri pubblici con costante preoccupazione
per il bene comune”. “Coltivando uno spirito di onestà e d’imparzialità e mantenendo
il fine della giustizia – ha spiegato il Papa - i leader ecclesiali e civili guadagnano
la fiducia del popolo ed accrescono un senso di responsabilità condivisa fra tutti
i cittadini per promuovere una civiltà dell’amore. Tutti dovrebbero essere motivati
dal desiderio – ha sottolineato ancora il Santo Padre - di servire piuttosto che guadagnare
personalmente o beneficiare pochi privilegiati”, partecipando inoltre al rafforzamento
delle pubbliche istituzioni tutelandole dalla corruzione della faziosità e dell’elitarismo.
A tale proposito Benedetto XVI ha lodato le numerose iniziative
avviate nella società filippina per proteggere i deboli, specialmente i bambini non
nati, i malati e gli anziani. Ha poi raccomandato al Governo di Manila particolare
sollecitudine verso i lavoratori immigrati, perché siano rispettati i loro diritti
e siano integrati nella società, facilitando anche i ricongiungimenti familiari. Il
Papa ha infine auspicato che la riforma agraria approvata nelle Filippine, allo scopo
di migliorare le condizioni dei poveri possa portare la sperata crescita economica
e l’espansione sui mercati internazionali, pregando che i benefici siano condivisi
dai contadini e dalle loro famiglie.