2008-10-24 15:25:06

Crisi umanitaria in Georgia: appello all'UE


Far proseguire gli sforzi internazionali per la ricostruzione in Georgia dopo la guerra di quest’estate nella Repubblica ex sovietica che ha provocato una grave emergenza umanitaria ancora in atto. Questa in sintesi la linea delle autorità di Tbilisi che - in trasferta ieri a Roma - hanno tenuto una conferenza stampa proprio sulla situazione del post-conflitto con la Russia. C’era per noi Giada Aquilino:RealAudioMP3

Un appello all’Unione Europea ad uno sforzo continuato in Georgia e, soprattutto, la richiesta alla Russia di attuare completamente i 6 punti dell’accordo di cessate il fuoco, mediato nelle scorse settimane dal presidente di turno dell’UE, il francese Nicolas Sarkozy. L'appello è stato lanciato perché la situazione umanitaria in Ossezia del Sud è ancora drammatica. Il presidente del Consiglio di sicurezza nazionale georgiano, Aleksandre Lomaia:
 
R. – (parole in georgiano)
Nel 20 per cento del territorio della Georgia sono ancora presenti circa 12 mila soldati di Mosca. Il problema umanitario è molto grave in queste zone: circa 30 mila persone sono state sfollate da tali aree.
 
D. – Dov’è più drammatica la situazione?
 
R. – (parole in georgiano)
Sono stati rasi al suolo 20 paesi nella regione dell’Ossezia del Sud, dove abitavano popolazioni di etnia georgiana. In particolare nella provincia di Akalgori, dove sono stati introdotti 2 mila soldati russi in più, la situazione è davvero grave.
 
Mentre prosegue il confronto a distanza, con Mosca che nega il dispiegamento di altri militari, al vertice dei Paesi donatori svoltosi a Bruxelles è stato trovato un accordo per oltre 3 miliardi di euro in aiuti da destinare a Tbilisi. Ma l’emergenza in Georgia rimane. Ce ne parla il primo viceministro degli Esteri, Giorgi Bokeria:
 
R. – (parole in georgiano)
E’ stata presa una decisione abbastanza importante per la Georgia, per quanto riguarda gli aiuti finanziari. Ma nonostante questo, la situazione degli sfollati è drammatica. Le case non ci sono, mancano tutte le condizioni per vivere normalmente. Il governo georgiano sta costruendo abitazioni e sta cercando di sistemare le persone che non riusciranno a tornare, prima dell’inverno, nelle loro abitazioni. Proprio a proposito dell’emergenza umanitaria, voglio ringraziare il popolo italiano ed il Papa: il Pontefice ha infatti parlato tante volte della situazione in Georgia, per aiutare appunto la gente che ha vissuto questa crisi. 
La Georgia, intanto, “continua a chiedere una commissione investigativa internazionale” sulle violenze di agosto. A riferirlo è il ministro per la Reintegrazione territoriale, Temuri Iakobashvili, che si sofferma ancora la gravità della situazione: 
R. – (parole in georgiano)
Per le persone tornate nelle cosiddette buffer zones, da dove sono state mandate via le truppe russe, abbiamo programmi di ricostruzione e riabilitazione. E poi provvediamo anche al cibo, a dare da mangiare. È importante, inoltre, non dimenticare che è assolutamente indispensabile sminare questi territori per evitare conseguenze peggiori.







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