Far proseguire gli sforzi internazionali per la ricostruzione in Georgia dopo la guerra
di quest’estate nella Repubblica ex sovietica che ha provocato una grave emergenza
umanitaria ancora in atto. Questa in sintesi la linea delle autorità di Tbilisi che
- in trasferta ieri a Roma - hanno tenuto una conferenza stampa proprio sulla situazione
del post-conflitto con la Russia. C’era per noi Giada Aquilino:
Un appello
all’Unione Europea ad uno sforzo continuato in Georgia e, soprattutto, la richiesta
alla Russia di attuare completamente i 6 punti dell’accordo di cessate il fuoco, mediato
nelle scorse settimane dal presidente di turno dell’UE, il francese Nicolas Sarkozy.
L'appello è stato lanciato perché la situazione umanitaria in Ossezia del Sud è ancora
drammatica. Il presidente del Consiglio di sicurezza nazionale georgiano, Aleksandre
Lomaia: R. – (parole in georgiano) Nel
20 per cento del territorio della Georgia sono ancora presenti circa 12 mila soldati
di Mosca. Il problema umanitario è molto grave in queste zone: circa 30 mila persone
sono state sfollate da tali aree. D. – Dov’è più drammatica
la situazione? R. – (parole in georgiano) Sono stati
rasi al suolo 20 paesi nella regione dell’Ossezia del Sud, dove abitavano popolazioni
di etnia georgiana. In particolare nella provincia di Akalgori, dove sono stati introdotti
2 mila soldati russi in più, la situazione è davvero grave. Mentre
prosegue il confronto a distanza, con Mosca che nega il dispiegamento di altri militari,
al vertice dei Paesi donatori svoltosi a Bruxelles è stato trovato un accordo per
oltre 3 miliardi di euro in aiuti da destinare a Tbilisi. Ma l’emergenza in Georgia
rimane. Ce ne parla il primo viceministro degli Esteri, Giorgi Bokeria: R.
– (parole in georgiano) E’ stata presa una decisione abbastanza importante
per la Georgia, per quanto riguarda gli aiuti finanziari. Ma nonostante questo, la
situazione degli sfollati è drammatica. Le case non ci sono, mancano tutte le condizioni
per vivere normalmente. Il governo georgiano sta costruendo abitazioni e sta cercando
di sistemare le persone che non riusciranno a tornare, prima dell’inverno, nelle loro
abitazioni. Proprio a proposito dell’emergenza umanitaria, voglio ringraziare il popolo
italiano ed il Papa: il Pontefice ha infatti parlato tante volte della situazione
in Georgia, per aiutare appunto la gente che ha vissuto questa crisi. La
Georgia, intanto, “continua a chiedere una commissione investigativa internazionale”
sulle violenze di agosto. A riferirlo è il ministro per la Reintegrazione territoriale,
Temuri Iakobashvili, che si sofferma ancora la gravità della
situazione: R. – (parole in georgiano) Per le persone tornate
nelle cosiddette buffer zones, da dove sono state mandate via le truppe russe, abbiamo
programmi di ricostruzione e riabilitazione. E poi provvediamo anche al cibo, a dare
da mangiare. È importante, inoltre, non dimenticare che è assolutamente indispensabile
sminare questi territori per evitare conseguenze peggiori.