USA: i vescovi chiedono alla nuova presidenza una seria riforma della legge sull'immigrazione
Tra i primi impegni della prossima presidenza americana vi dovrebbe essere il varo
di una legislazione sull’immigrazione giusta ed efficace, un tema che è stato invece
trascurato dall’attuale campagna elettorale. È quanto sostiene mons. Thomas Wenski,
Presidente della Commissione della Giustizia e della Pace della Conferenza episcopale
degli Stati Uniti, in un commento pubblicato sul “Washington Post” ripreso dall'agenzia
Cns. Secondo il vescovo, le misure basate solo sulla repressione dell’immigrazione
clandestina sono inefficaci e contrarie agli interessi del Paese. “Le periodiche retate
della polizia nei cantieri, l’irrigidimento dell’applicazione della legge e la costruzione
di un muro lungo la frontiera meridionale degli Stati Uniti hanno fatto poco per risolvere
le sfide poste dall’immigrazione illegale”. Questi interventi, osserva mons. Wenski,
“rispondono forse all’esigenza politica di dimostrare le capacità di far rispettare
la legge”, ma hanno pochi effetti sui lavoratori senza documenti e servono solo a
destabilizzare le comunità immigrate. Inoltre, essi hanno aumentato la loro diffidenza
verso le autorità con effetti deleteri nel lungo termine: “Non solo gli immigrati
in regola vivono con l’ansia che un loro parente possa essere portato via, ma hanno
paura per il loro stesso futuro e per quello dei loro figli negli Stati Uniti e questo
non è il modo migliore per incoraggiare l’integrazione e una cittadinanza responsabile”.
L’articolo evidenzia quindi che il giro di vite contro l’immigrazione clandestina
non avrà l’effetto auspicato da alcuni di favorire un massiccio esodo di immigrati:
“Quello che non si vuole vedere è che il 70% delle persone prive di documenti hanno
vissuto in questo Paese per cinque e più anni e non hanno più una casa dove potere
tornare. Esse preferirebbero vivere nell’ombra, piuttosto che riportare i loro figli,
ormai cittadini americani, in un paese che non conoscono”. L’approvazione di una legislazione
equilibrata in materia di immigrazione – conclude mons. Wenski - è necessaria per
colmare il “vuoto politico” lasciato dall’inerzia del Congresso nel 2007. Non affrontare
questo problema causerà accresciute tensioni sociali e “creerà di fatto una categoria
permanente di cittadini di serie B”. (L.Z.)