2008-10-23 15:43:54

Rapporto sulla libertà religiosa: gravi violazioni in oltre 60 Paesi del mondo


Sono oltre 60 i Paesi in cui si registrano gravi violazioni della libertà religiosa. A renderlo noto il rapporto 2008 di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), presentato questa mattina a Roma. Tradotto in sette lingue e illustrato in contemporanea in Italia, Francia, Spagna e Germania, il quadro vede l’Asia in testa con 10 dei 13 Paesi dove si registrano “gravi limitazioni alla libertà religiosa”. Alla presentazione c’era per noi Debora Donnini:RealAudioMP3

 
"Senza libertà religiosa non c’è democrazia né pace nel mondo". Così il presidente di ACS Italia, padre Joaquín Alliende. L’organizzazione, sottolinea, si occupa di tutte le violazioni al di là della fede delle vittime. Una panoramica globale, dunque, attraverso il mondo e le religioni. Messa in evidenza la situazione in Iraq: da fine settembre duemila famiglie cristiane hanno dovuto abbandonare Mosul e si sono rifugiate nella piana di Ninive, a causa delle persecuzioni, ha raccontato il giornalista, Camille Eid. Peggioramento della situazione in Pakistan con la legge sulla blasfemia. Sotto la luce dei riflettori dei media, in questi ultimi tempi, anche l’India dove in molti Stati si è verificata una dura persecuzione di estremisti indù nei confronti dei cristiani. Una persecuzione il cui nucleo fondamentale, secondo padre Cervellera, è sfruttata e sovvenzionata da persone che vogliono tenere la popolazione a livello di schiavitù. Ancora discriminazioni di diverse religioni in Cina, basti pensare alla situazione in Tibet. Nel rapporto si sottolinea comunque che la religione più in crescita è il cristianesimo con 40 milioni di persone. Non ci sono cambiamenti in Corea del Nord dove sono brutali le violazioni verso buddisti e cristiani non registrati in organizzazioni del partito. L’unica luce che negli ultimi due anni si evidenzia è una maggiore apertura verso la Chiesa cattolica e i missionari protestanti che riescono ad entrare con più facilità attraverso le opere umanitarie. Da rilevare ancora la situazione in Indonesia, dove tra le maggiori minacce vi è il terrorismo e la Nigeria, specialmente gli Stati dove vige la sharia.
 
Ma perché c’è poca attenzione nel mondo rispetto alla libertà religiosa e come si può difendere questo diritto? Debora Donnini ha girato la domanda a Elvira Zito, dell'ufficio stampa di Aiuto alla Chiesa che Soffre:RealAudioMP3

R. – Sicuramente c'è scarsa attenzione perché probabilmente è stato ritenuto, per molti anni un diritto secondario della persona. E’ soltanto negli ultimi anni e anche per le situazioni di attualità, che si sono verificate a livello mondiale, che si è ritrovata un po’ di attenzione al tema. Quello che si può fare è, innanzitutto, tenersi aggiornati. E questo rapporto ha proprio questo fine. Inoltre “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, che da 60 anni realizza progetti per la Chiesa anche perseguitata, non può fare a meno di sottolineare l’importanza degli interventi concreti, in maniera che i cristiani liberi, per così dire, che vivono in un clima di libertà religiosa, possano farsi carico delle difficoltà di coloro che invece non godono pienamente o addirittura subiscono la negazione completa di questo diritto.







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