2008-10-23 15:23:48

La Santa Sede fa il punto sulla crisi finanziaria. Il cardinale Martino: più solidarietà nel mercato


Un appello ai Governi perché sappiano, pure nella crisi attuale, mantenere gli impegni presi in tema di sviluppo, è stato lanciato stamane dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio delle Giustizia e della Pace, aprendo i lavori della Giornata di studio su crisi economica, sviluppo e fiscalità, ospitata dal Dicastero vaticano nel Palazzo di San Calisto, a Roma. Una decina gli esperti chiamati a confrontarsi, sotto la guida di Oscar de Rojas, direttore dell’Ufficio per il finanziamento allo sviluppo del Dipartimento Affari economici e Sociali dell’ONU. All’ordine del giorno le ricadute dell’attuale crisi economico-finanziaria sul processo di sviluppo, in vista della riunione convocata dalle Nazioni Unite a Doha, nel Qatar, dal 29 novembre al 2 dicembre. Il servizio di Roberta Gisotti: RealAudioMP3

Troppe famiglie nel mondo sono ancora oggi costrette alla sopravvivenza e “non hanno il piacere di essere protagoniste del proprio sviluppo”. Questo accade – ha denunciato il cardinale Renato Martino - 8 anni dopo la Dichiarazione del Millennio, sottoscritta nel 2000 in ambito ONU e 6 anni dopo la Conferenza delle Nazioni Unite sul finanziamento allo sviluppo, svoltasi nel marzo 2002 a Monterrey, in Messico. “Troppe persone sono costrette ad emigrare, troppe persone continuano ad essere oppresse dall’assoluta povertà e a vivere in Paesi dove il debito rende loro impossibile raggiungere l’accesso ai servizi di base incluse l’acqua potabile e le tutele sociali. In questa prospettiva – ha sottolineato il porporato - il finanziamento per lo sviluppo deve riguardare tutti gli aspetti della vita, l’individuo, la famiglia, la comunità, il mondo”.

 
Del resto – ha proseguito il cardinale Renato Martino – il collasso finanziario mondiale delle ultime settimane, ci ha indotto tutti a riconoscerci in un’unica umanità, per cui questi eventi, che continueranno ad avere effetti su cosi tante vite ci fanno ritrovare insieme su “un cammino comune per accrescere il benessere di tutti i popoli”, come ha spiegato al microfono di Xavier Sartre:

 "Tutti dobbiamo collaborare per il bene di tutti. Questa è la globalizzazione: il riflesso che hanno queste crisi in tutto il mondo e poi, la necessità che s’impone di solidarietà anche per i Paesi più piccoli, più poveri. E’ questo che noi cerchiamo di studiare qui e perciò abbiamo invitato degli esperti, economisti, perché ci aiutino a comprendere la situazione attuale e ci aiutino a capire che cosa la Santa Sede può dire, suggerire in merito".

 
S’impone dunque di ripensare le regole di un’economia e di una finanza, che hanno dimenticato di tenere al centro dei propri interessi l’uomo e il benessere dell’intera umanità:

 
"La logica del mercato, finora era quella del massimo guadagno, quindi quanti più investimenti rivolti ad ottenere il più possibile profitto. E questo, secondo la dottrina sociale della Chiesa, è immorale perché il mercato deve essere controllato necessariamente dai Governi, dal mercato stesso e deve poter beneficiare non solo chi mette il capitale ma anche chi partecipa ad accrescere questo capitale, quindi coloro che lavorano, coloro che vi contribuiscono".







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