2008-10-22 15:23:35

Cristiani e musulmani d'Europa rilanciano la collaborazione per la pace nel mondo


L’Europa ha il dovere di divulgare la riconciliazione e la pace nel mondo. Una spinta essenziale in questo senso può arrivare dalla collaborazione tra i cristiani e i musulmani in Europa. Lo ha sottolineato il cardinale francese Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e vice presidente del CCEE, Consiglio delle Conferenze episcopali europee, che ai giornalisti ha spiegato gli elementi essenziali per una collaborazione che si sta mettendo a punto nella riunione cristiano-musulmana in corso in questi giorni a Bruxelles. Il porporato ha usato parole chiare su cosa l’Europa è e cosa il Vecchio Continente non rappresenta. “Noi crediamo - ha detto l’arcivescovo - che l’Europa sia più di un’avventura economica. Crediamo che sia un progetto spirituale storicamente legata ad un desiderio di riconciliazione dopo due guerre mondiali”. L’obiettivo dell’unione dei popoli in Europa sta quindi nella convinzione che il conflitto tra culture diverse non risolva niente, anzi che complichi solo i problemi. Il progetto europeo – ha continuato il cardinal Ricard – dimostra che i rancori storici possono essere superati e che la riconciliazione è possibile. Dello stesso avviso il presidente della Conferenza delle Chiese in Europa, KEK, il pastore protestante Jean Arnold De Clermont, che ha sottolineato il ruolo primordiale del dialogo interculturale in Europa. Un dialogo che non può fare a meno dell’elemento spirituale. “Non possiamo immaginare - ha aggiunto - un’Europa chiusa in se stessa quando la sua cultura si è costruita nei secoli grazie allo scambio di idee e di risorse”. A nome dei rappresentanti musulmani invece ha parlato Franco Bertamé, responsabile della più piccola comunità islamica d’Europa, quella del Lussemburgo che conta 2 mila musulmani. “Caratteristica dell’incontro - ha detto Bertramé - è la possibilità non di parlare gli uni degli altri ma di parlare con l’altro”. Ed ha aggiunto: “per l’Islam non ci sono alternative: al silenzio occorre preferire il dialogo”. I 18 partecipanti delle comunità islamiche di vari paesi d’Europa e i 22 interlocutori delle confessioni cristiane in Europa lavoreranno fino a domani in piccoli gruppi di riflessione sul “ruolo delle religioni in una società secolarizzata”, sulla “promozione del rispetto nell’educazione delle giovani generazioni” e su come “costruire ponti tra le comunità”. (Da Bruxelles, Mario Galgano) RealAudioMP3







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