Cristiani e musulmani d'Europa rilanciano la collaborazione per la pace nel mondo
L’Europa ha il dovere di divulgare la riconciliazione e la pace nel mondo. Una spinta
essenziale in questo senso può arrivare dalla collaborazione tra i cristiani e i musulmani
in Europa. Lo ha sottolineato il cardinale francese Jean-Pierre Ricard, arcivescovo
di Bordeaux e vice presidente del CCEE, Consiglio delle Conferenze episcopali europee,
che ai giornalisti ha spiegato gli elementi essenziali per una collaborazione che
si sta mettendo a punto nella riunione cristiano-musulmana in corso in questi giorni
a Bruxelles. Il porporato ha usato parole chiare su cosa l’Europa è e cosa il Vecchio
Continente non rappresenta. “Noi crediamo - ha detto l’arcivescovo - che l’Europa
sia più di un’avventura economica. Crediamo che sia un progetto spirituale storicamente
legata ad un desiderio di riconciliazione dopo due guerre mondiali”. L’obiettivo
dell’unione dei popoli in Europa sta quindi nella convinzione che il conflitto tra
culture diverse non risolva niente, anzi che complichi solo i problemi. Il progetto
europeo – ha continuato il cardinal Ricard – dimostra che i rancori storici possono
essere superati e che la riconciliazione è possibile. Dello stesso avviso il presidente
della Conferenza delle Chiese in Europa, KEK, il pastore protestante Jean Arnold De
Clermont, che ha sottolineato il ruolo primordiale del dialogo interculturale in Europa.
Un dialogo che non può fare a meno dell’elemento spirituale. “Non possiamo immaginare
- ha aggiunto - un’Europa chiusa in se stessa quando la sua cultura si è costruita
nei secoli grazie allo scambio di idee e di risorse”. A nome dei rappresentanti musulmani
invece ha parlato Franco Bertamé, responsabile della più piccola comunità islamica
d’Europa, quella del Lussemburgo che conta 2 mila musulmani. “Caratteristica dell’incontro
- ha detto Bertramé - è la possibilità non di parlare gli uni degli altri ma di parlare
con l’altro”. Ed ha aggiunto: “per l’Islam non ci sono alternative: al silenzio occorre
preferire il dialogo”. I 18 partecipanti delle comunità islamiche di vari paesi d’Europa
e i 22 interlocutori delle confessioni cristiane in Europa lavoreranno fino a domani
in piccoli gruppi di riflessione sul “ruolo delle religioni in una società secolarizzata”,
sulla “promozione del rispetto nell’educazione delle giovani generazioni” e su come
“costruire ponti tra le comunità”. (Da Bruxelles, Mario Galgano)