Afghanistan: cristiani sgomenti per l’assassinio di un'altra volontaria
Un altro omicidio di tipo confessionale. Da anni Gayle Williams, 34 anni, volontaria
di “Serve Afghanistan”, organizzazione britannica di ispirazione cristiana, prestava
la propria opera per disabili e profughi. Secondo i Talebani, che hanno rivendicato
l’assassinio avvenuto due giorni fa - riporta l’agenzia AsiaNews - la donna “lavorava
per un’organizzazione che predicava il cristianesimo in Afghanistan”. Ma, nonostante
la motivazione esplicitata dai fondamentalisti, vi sono cattolici che dubitano sui
motivi reali che hanno portato all’assassinio della volontaria inglese. La donna uccisa
si era impegnata dapprima a Kandahar, poi a Kabul. “Una persona che metteva gli altri
prima di sé”, sempre premurosa a “servire coloro che sono nel bisogno”. Così la ricordano
i suoi collaboratori. Ma la presenza di un numero massiccio di donne cristiane, anche
con l’abito da suore, crea forti dubbi sul fatto che l’uccisione della volontaria
sia stata causata piuttosto per la sua appartenenza alla religione cristiana. “È probabile
– afferma una fonte – che la Williams sia stata colpita perché è inglese. Se avessero
voluto uccidere dei cristiani, avrebbero una grande scelta, anche con obbiettivi
più riconoscibili”. Infatti già negli ultimi tempi si sono ripetute uccisioni e rapimenti
a sfondo religioso. Qualche anno fa è stata uccisa a Kandahar una ragazza francese
cattolica, eliminata “perché cristiana”. Nel 2007, 23 cristiani presbiteriani sudcoreani
sono stati rapiti: due di loro erano stati uccisi prima che Seoul potesse concordare
la loro liberazione. I volontari dell’organizzazione Serve sono impegnati, con la
popolazione afgana, fin dal tempo dei sovietici e hanno lavorato con i profughi afghani
in Pakistan. Conclusa l’emergenza profughi alla fine degli anni ’90, l’organizzazione
si è dedicata alla prestazione di aiuti umanitari a vantaggio di anziani, disabili
e bambini in Afghanistan. Dal 2001, con la conclusione della guerra e la cacciata
dei Talebani, sono state molte le organizzazioni non governative, tra cui alcune cattoliche,
come le suore di madre Teresa e le religiose legate all’Associazione “Pro-bambini
di Kabul”, giunte nel Paese asiatico per contribuire ai bisogni sociali. (F.A.)