La Chiesa è chiamata a rispondere alle sofferenze di chi vive in strada: intervento
di mons. Marchetto in Colombia all'Incontro latinoamericano di Pastorale della strada
La mobilità umana è uno dei grandi “segni dei tempi” ai quali la Chiesa è chiamata
a rispondere per aiutare bisognosi ed emarginati. E’ quanto ha detto l’arcivescovo
Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti
e gli itineranti, partecipando al primo Incontro continentale latinoamericano di Pastorale
della strada, che si concluderà venerdì prossimo a Bogotà, in Colombia. Nella realtà
dell’America Latina - ha affermato il presule - i drammi cui deve rispondere la Chiesa
sono soprattutto l’alto numero di incidenti stradali, i fenomeni della prostituzione,
dei ragazzi di strada e dei senza tetto. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L’arcivescovo
Agostino Marchetto ha illustrato opportunità, drammi ed esigenze pastorali legati
alla strada. La possibilità di percorrere grandi distanze in breve tempo liberamente
e in relativa sicurezza - ha affermato - è una rivoluzione che negli ultimi 150 anni
ha continuamente e profondamente cambiato la mobilità umana. La circolazione viaria,
promuovendo lo sviluppo e l’incontro, è diventata un’esigenza ineluttabile per l’uomo
contemporaneo. Ma le strade - ha aggiunto - sono anche lo specchio di nuove povertà,
come nel caso delle rotte dell’immigrazione, della prostituzione e dello sfruttamento
sessuale. Verso queste miserie umane si orienta il cammino missionario della Chiesa:
la strada - ha osservato il presule - è storicamente una delle espressioni dell’opzione
preferenziale per gli emarginati. Nella Sacra Scrittura è il simbolo del pellegrinaggio
umano verso Dio. Lungo la strada sono avvenuti numerosi incontri di Gesù con bisognosi
e persone escluse dalla società. Anche oggi, continua ad essere luogo di annuncio
e testimonianza.
Ma in America Latina questo annuncio
- ha spiegato mons. Marchetto - si scontra con diversi drammi, tra cui quello del
più alto tasso di morti per incidenti stradali. Alla tragica perdita di vite umane
si aggiungono anche costi altissimi, soprattutto per le famiglie. Si stima che ammontino
a circa il 2% del prodotto interno lordo degli Stati latinoamericani. E’ un dato inaccettabile
- ha detto il segretario del dicastero pontificio - per qualunque Paese povero o in
via di sviluppo.
Un’altra preoccupazione pastorale
è il fenomeno della prostituzione, alimentato anche dalla globalizzazione e dai crescenti
flussi migratori. In America Latina, in particolare, il turismo sessuale è legato
allo sfruttamento di donne costrette a prostituirsi. Per rispondere a questo turpe
traffico - ha spiegato il presule - è necessaria la collaborazione tra organismi pubblici
e privati e anche tra comunità cristiane e autorità locali. Altre priorità indicate
dal presule sono la cooperazione dei mezzi di informazione per garantire una comunicazione
corretta e l’adozione di leggi in favore delle vittime di questa tratta.
Mons.
Marchetto ha poi ricordato anche le difficilissime condizioni di vita dei ragazzi
di strada, che in America Latina sono oltre 50 milioni. Sono vittime di una stretta
correlazione tra fattori economici e politici ed in molti Paesi - ha osservato - sono
percepiti come una minaccia per la società civile. Al centro di qualsiasi risposta
- ha aggiunto - devono esserci politiche che attacchino i problemi alla
radice, coinvolgendo anche le famiglie.
Un’altra
manifestazione delle nuove povertà - ha detto l’arcivescovo Agostino Marchetto – riguarda
i senza tetto: in molti casi sono persone costrette a vivere in strada per mancanza
di alloggio, stranieri immigrati che non hanno una casa in cui vivere, anziani senza
domicilio e giovani che hanno scelto un tipo di vita vagabondo. La mancanza di un’abitazione
- ha spiegato il presule - è il crollo di un mondo, delle relazioni personali e della
dignità. La Chiesa è dunque chiamata a dare risposte a tutte queste necessità per
promuovere un autentico sviluppo in America Latina, dove esiste un’iniqua distribuzione
della ricchezza che alimenta instabilità, conflitti e povertà. La pastorale della
strada - ha concluso - permette a Cristo di camminare tra queste macerie e tra quanti
sono dimenticati dalla società.
All’incontro continentale
latinoamericano di pastorale della strada, che ha per tema “Gesù in persona
si accostò e camminò con loro”, prendono parte circa cinquanta persone provenienti
da 13 Paesi, tra cui vescovi, sacerdoti, religiosi, membri di associazioni di apostolato
e volontariato. Tra gli obiettivi, c’è quello di offrire ai diversi operatori pastorali
l’opportunità di condividere le loro esperienze, successi e difficoltà. L’incontro
è anche l’occasione per studiare le diverse realtà globali e locali delle persone
che vivono in strada. Altre finalità sono quelle di individuare nuove vie per la promozione
della dignità anche di chi vive in strada. L’incontro è infine un’opportunità per
trovare strategie di collaborazione con organismi statali e civili e di volontariato.