Benedetto XVI nel pomeriggio ha presieduto il Rosario nel Santuario di Pompei
Benedetto XVI nel pomeriggio ha guidato la recita del Santo Rosario, terminata con
una sua meditazione e con l’offerta di una Rosa d’oro alla Madonna. Il servizio del
nostro inviato Sergio Centofanti.
(Canto)
Il Papa prima di entrare nel
Santuario prega davanti alla tomba del beato Bartolo Longo. Quindi presiede la preghiera
mariana davanti all’Immagine della Madonna del Rosario: un’icona del 1600 dalla storia
imprevedibile come quella di Pompei. Bartolo Longo s’imbatte in questo dipinto ad
olio a Napoli nel 1875: è abbandonato, logoro e divorato dalla tignola. Non vorrebbe
prenderlo, è troppo rovinato, ma ha promesso ai contadini della campagna di Pompei
che la sera avrebbero recitato il Rosario davanti ad un quadro della Vergine. L’icona
è troppo grande per viaggiare in treno, così viene trasportata su un carro di letame.
Non c’è altro mezzo. Ma potrà essere esposta alla venerazione pubblica solo un anno
dopo, una volta effettuato un primo restauro: è il 13 febbraio 1876. Quel giorno una
bimba epilettica, giudicata inguaribile dal celebre professore Antonio Cardarelli,
affidata dalla zia alla Madonna, guarisce miracolosamente. Inizia così la storia della
Nuova Pompei, una storia – afferma Benedetto XVI nella sua meditazione – resa possibile
grazie al Rosario, preghiera che fa “crescere nell’intimità con Gesù” insegnando “alla
scuola della Vergine Santa, a compiere sempre la volontà divina”. Il Papa esorta a
diffondere questa preghiera, anzi ad essere “autentici apostoli del santo Rosario”:
“Ma per essere apostoli del Rosario, occorre fare esperienza in prima persona
della bellezza e della profondità di questa preghiera, semplice ed accessibile a tutti.
E’ necessario anzitutto lasciarsi condurre per mano dalla Vergine Santa a contemplare
il volto di Cristo: volto gioioso, luminoso, doloroso e glorioso. Chi, come Maria
e insieme con Lei, custodisce e medita assiduamente i misteri di Gesù, assimila sempre
più i suoi sentimenti e si conforma a Lui”.
“Il Rosario – spiega Benedetto
XVI - è scuola di contemplazione e di silenzio”:
“A prima vista, potrebbe
sembrare una preghiera che accumula parole, difficilmente quindi conciliabile con
il silenzio che viene giustamente raccomandato per la meditazione e la contemplazione.
In realtà, questa cadenzata ripetizione dell’Ave Maria non turba il silenzio interiore,
anzi, lo richiede e lo alimenta”.
Un silenzio che lascia affiorare, attraverso
le nostre parole, l’unica Parola necessaria, quella di Dio:
“Così, recitando
le Ave Maria occorre fare attenzione a che le nostre voci non ‘coprano’ quella di
Dio, il quale parla sempre attraverso il silenzio, come ‘il sussurro di una brezza
leggera’ (1 Re 19,12). Quanto è importante allora curare questo silenzio pieno di
Dio sia nella recita personale che in quella comunitaria!”
Il Papa richiama
quindi “la dimensione apostolica del Rosario, una dimensione che il beato Bartolo
Longo ha vissuto intensamente traendone ispirazione per intraprendere in questa terra
tante opere di carità e di promozione umana e sociale”:
“Inoltre, egli volle
questo Santuario aperto al mondo intero, quale centro di irradiazione della preghiera
del Rosario e luogo di intercessione per la pace tra i popoli. Cari amici, entrambe
queste finalità: l’apostolato della carità e la preghiera per la pace, desidero confermare
e affidare nuovamente al vostro impegno spirituale e pastorale”.
Infine, tra
gli applausi, il Papa in segno di devozione e affidamento ha offerto alla Madonna
una Rosa d’oro.