2008-10-17 14:34:07

La preghiera per i cattolici indiani perseguitati durante la veglia missionaria di ieri sera, nella Basilica di San Giovanni in Laterano


“Guai a me se non predicassi il Vangelo”: è tratto dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi, il tema della veglia missionaria che si è svolta ieri sera a Roma presso la Basilica di San Giovanni in Laterano. Durante l’incontro di preghiera, presieduto dal cardinale vicario Agostino Vallini, è avvenuta la consegna del mandato missionario a quattro suore, a un giovane sacerdote e ad una coppia di sposi in partenza per diverse parti del mondo come annunciatori della parola di Dio. Il servizio di Marina Tomarro.RealAudioMP3

Andare avanti nonostante le difficoltà e i pericoli perché la parola di Dio è più forte di ogni cosa e chi l’ha ricevuta ha il dovere di farla conoscere anche a quei popoli dove il Vangelo ha bisogno di essere annunciato. Con queste parole il cardinale vicario Agostino Vallini ha aperto ieri sera la veglia missionaria “Guai a me se non predicassi il Vangelo”. Ascoltiamo il suo commento:

 
“La Chiesa esiste per vivere dell’amore di Dio e per annunciarlo, cioè per portare la buona notizia a tutti. In questo nostro mondo, dove gli uomini sembrano per tanti versi disorientati, è quanto mai urgente - sia nei Paesi di tradizione cristiana sia nell’immenso mondo che non conosce ancora il Vangelo - portare il messaggio di Gesù. Dunque noi viviamo questa Veglia missionaria con l’ansia e la passione di sentirci gratificati del dono della fede, ma anche dell’impegno di trasmetterlo agli altri”.

 
Il cardinale ha sottolineato che, attualmente, sono circa 150 i sacerdoti della diocesi di Roma che sono testimoni del Vangelo nel mondo. Un pensiero particolare è andato ai fratelli indiani presenti anche alla celebrazione, in questi ultimi mesi vittime nelle loro terre di una crudele persecuzione da parte di estremisti indù. Ascoltiamo ancora il cardinale Vallini:

 
“L’esperienza della Chiesa in India - ma non solo in India, anche in altre regioni del mondo - dove cristiani, cattolici, i sacerdoti, i vescovi - penso anche alla uccisione del vescovo di Mosul, in Iraq - stanno offrendo questa testimonianza di coerenza, di fede e di amore all’Uomo, annunciando il Vangelo, sia un fermento di una nuova stagione. Soffriamo con loro ma siamo anche pieni di speranza”.

 
E durante la veglia sono state lette alcune testimonianze di religiosi e religiose vittime di terribili aggressioni e violenze da parte degli estremisti. Ma qual è attualmente la situazione dell’India? Ascoltiamo la testimonianza di don Antonio Pattarambil, cappellano della comunità indiana a Roma.

 
“Quel luogo, dove il 23 agosto sono iniziate le persecuzioni, è lo Stato di Orissa, una regione isolata nella foresta. Prima dell’inizio delle persecuzioni, sono state distrutte tutte le strade che portano soldati o militari nella città. Per fortuna, abbiamo qualche testimonianza: uno dei sacerdoti è riuscito a fuggire e si trova ora in un ospedale nel sud dell’India. La situazione attuale, come sappiamo, è terribile: ci sono più di 200 chiese distrutte, i cristiani soffrono molto”.

 
Ma nonostante il dolore, resta la speranza che da queste persecuzioni nasca una Chiesa indiana più forte nella fede. Ascoltiamo ancora don Antonio:

 
“Come Gesù ci ha insegnato, dobbiamo pregare anche per i nostri persecutori. La Chiesa è cresciuta attraverso le persecuzioni. Io spero veramente che questa persecuzione di aiuterà a crescere, affondando le nostre radici nel Vangelo”.







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