2008-10-16 15:54:39

Un piano metodico dietro le violenze contro i cristiani in India: la testimonianza di un sacerdote


In India, i gruppi fondamentalisti indù che da oltre un mese hanno lanciato attacchi contro i cristiani dell’Orissa, sono divenuti più metodici: aiutati anche dalla polizia, proibiscono ai cristiani di incontrarsi e pregare. Cercano di uccidere i nuovi convertiti e occupano il terreno delle chiese distrutte, E’ quanto rivela all’agenzia AsiaNews padre Ajay Singh, direttore del Jan Vikas, un centro di iniziativa sociale della diocesi di Cuttack-Bhubaneshwar. La nostra gente - ha spiegato - vive in condizioni difficilissime. “Hanno distribuito solo una coperta per famiglia; l’igiene e la sanità sono inesistenti. Ai cristiani è proibito pregare: le forze di sicurezza continuano a vigilare in modo puntiglioso  perché questo non avvenga e proibiscono anche ogni aiuto e consolazione dall’esterno. Le donne, soprattutto, sono consumate da una profonda depressione”. Il timore – aggiunge Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians - è che i gruppi radicali si mettano a costruire templi indù sulle terre dove una volta esistevano case e chiese cristiane”. I radicali indù – osserva - “vogliono nascondere i segni della loro brutalità contro persone innocenti”, adesso che l’opinione pubblica indiana è venuta a conoscenza delle violenze. Finora, gli attacchi lanciati contro i cristiani in India hanno provocato la distruzione di 180 chiese, 4500 case e la fuga di oltre 50 mila persone. (A.L.)







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